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Schlegel: "Da bambino vinsi una maglia di Sulander"

14 maggio 2017
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"Se qualcuno lo scorso settembre mi avesse detto che sarei stato presente ai Mondiali non so se gli avrei creduto". Niklas Schlegel, terzo portiere della Nazionale rossocrociata, ha in effetti compiuto una grande progressione, tanto da aver spodestato nello Zsc il titolare Lukas Flüeler durante i recenti playoff. Il suo ruolo qui a Parigi è chiaro. "Sono in tribuna, ma nell'hockey tutto va così in fretta, quindi mi alleno come se dovessi scendere in pista. Ma intendiamoci, spero che a Genoni e Hiller non capiti nulla, anche se ogni portiere vorrebbe sempre giocare titolare".

La sua ascesa è impressionante. "Non c'è una ricetta, lavoro sempre al massimo per migliorare e conquistare la fiducia del coach. Inoltre è necessario pure un pizzico di fortuna". Il 22enne proviene dalla fucina di talenti prodotti dallo Zsc. "A Zurigo si lavora già prestissimo con i portieri. L'organizzazione ha il coraggio di puntare sui giovani e la struttura è di prim'ordine". Parecchi di questi ragazzi, come ad esempio Boltshauser e Nyffeler, hanno lasciato lo Zsc, visto che non c'è posto per tutti. Niklas invece è ancora all'ovile. "Ho rinnovato il mio contratto di un anno principalmente a causa di due motivi. Nei Lions c'è un ottimo allenatore dei portieri e inoltre il calendario della società è intenso: campionato, Champions League, Coppa e la possibilità di giocare in Lnb con i Gck".

È più difficile giocare in porta nello Zsc o nei Gck? "È differente. Quando difendi la gabbia dei Lions sai di poter contare su una difesa forte e sei nei quartieri alti della classifica, magari ricevi solo 25 tiri. Con i Gck invece ti trovi nella parte bassa del ranking, hai dei giovani davanti a te e quando affronti le migliori squadre come Rapperswil e Langenthal i tiri da parare diventano spesso 45. Ma è cool, cresci molto e acquisti esperienza, anche se evidentemente la qualità e la forza dei tiri di Lna è superiore. A me piace essere sollecitato molto durante i 60' e non rimanere 3' senza interventi.

Schlegel sino a poco tempo or sono aveva anche il passaporto canadese."È scaduto, dovrei rinnovarlo. I miei nonni emigrarono in Canada, mio padre è nato e cresciuto lì, in seguito è ritornato in Svizzera. Vicino a Toronto ho così diversi parenti, ad esempio uno zio e una cugina. Pure il mio padrino vive lì. Giocare contro il Canada però non è più speciale rispetto ad altre sfide. Sono svizzero e mi sento tale, do il massimo per questa maglia, non lo sento come un derby".

Il nativo di Bülach è basso (178 cm) e leggero, in controtendenza con le abitudini moderne, sempre più votate a estremi difensori alti e grossi. "È vero, parecchi club optano ora in direzione di portieri grandi. Se non sei così alto devi avere altre qualità per chiudere il gap, ad esempio essere più veloce, leggere meglio i tiri e il gioco".

Morfologicamente simile a lui è anche il suo più grande amico-collega. "Tra portieri ci conosciamo tutti evidentemente, ma ho un rapporto particolare con Melvin Nyffeler. Ci conosciamo sin dall'infanzia, andavamo a scuola assieme e abbiamo giocato insieme nel Bülach, nei Gck e nello Zsc. Ottimo è anche il rapporto con Lukas Flüeler. Malgrado la concorrenza interna siamo buoni amici di lunga data, usciamo spesso a mangiare assieme. È un vantaggio quest'armonia: entrambi ci spingiamo a vicenda verso livelli maggiori".

Lo zurighese non è molto superstizioso. "Ho i soliti rituali, ma sono più che altro abitudini. Effettuo il riscaldamento sempre allo stesso modo, prima un po' di stretching, poi un po' di movimento e infine infilo l'armatura. Il mio idolo di gioventû? Ari Sulander, anche perchè da bambino avevo partecipato a un concorso e vinto una sua maglia. Inoltre sono tifoso dei Toronto Maple Leafs, quindi ho sempre avuto un debole per i loro portieri. Il più forte attualmente è però a mio avviso Carey Price, estremo difensore di Montréal".

Schlegel si gode la tranquillità e l'anonimato. "Quando giro a Zurigo è molto molto raro che qualche tifoso mi riconosca". Diventare professionista è sempre stato il suo sogno. "Ma solo quando ho iniziato a giocare in Lnb mi sono reso conto di poterlo realizzare veramente. Lì è scattata la molla, ho incominciato a lavorare duramente. Ma ripeto, bisogna avere anche fortuna ed essere al momento giusto al posto giusto. So che per proseguire il mio sogno devo continuare ad allenarmi al massimo. Voglio migliorare specialmente la forza muscolare nelle gambe al fine di aumentare la velocità".

E in questo senso Niklas trascorrerà l'estate in Canada al fine di prepararsi a puntino. "Esatto, ma prima, subito dopo la fine del Mondiale, dovrò andare tre settimane a militare. In seguito, come ogni anno, sarò a Toronto al campo di allenamento organizzato da Jon Elkin, preparatore dei portieri degli Arizona Coyotes in Nhl. Vi partecipano tanti estremi difensori provenienti da ogni categoria: dai settori giovanili sino alla Nhl. La stagione scorsa era presente pure Matt Murray, fresco vincitore della Stanley Cup con i Pittsburgh Penguins".

Schlegel parla anche dell'aspetto mentale: "È una parte importante, ma dipende molto da ogni persona, è un aspetto personale. Io prima delle partite lavoro volentieri in questo senso. Dopo le gare invece non mi va di discutere troppo. Parlo solo con mio papà, lui vede le partite da un'altra prospettiva e ricevere la sua opinione mi aiuta".

Un ultima battuta sul futuro. Dove sarà Niklas Schlegel tra 7-8 anni? "Non lo so, non penso così lontano, vivo di anno in anno. Ora l'obiettivo è esclusivamente di diventare il numero 1 fisso negli Zsc e vincere il campionato".

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