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Bar aperti fino alle 2, controproposta messa nero su bianco

(Gabriele Putzu)
27 febbraio 2017
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Il Consiglio di Stato, e in particolare il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, l'aveva annunciato qualche settimana fa: i bar in Ticino potranno (ma non dovranno) rimanere aperti fino alle 2. Ora, come promesso, la controproposta all'iniziativa popolare dei partiti junior 'Ticino 3.0' – iniziativa che chiedeva di procrastinare la chiusura degli esercizi pubblici alle 3 – è stata messa nero su bianco dal governo ed è quindi pronta a passare nelle mani del Gran Consiglio. Se il Gran Consiglio seguirà le indicazioni del Consiglio di Stato gli iniziativisti – primo firmatario è Giovanni Albertini di 'Generazione giovani' – dovrebbero ritirare il testo che non verrebbe così posto in votazione. 

Ecco il comunicato stampa del governo per esteso:

L’iniziativa popolare legislativa elaborata del 7 agosto 2015 “Ticino 3.0, Bar aperti fino alle 3.00”, presentata da Giovanni Albertini e cofirmatari per Generazione Giovani, il cui scopo è quello di promuovere il divertimento notturno, agevolando da un lato l’economia degli esercizi pubblici, e incentivando dall’altro il turismo, propone che la Lear venga modificata per permettere l’apertura dei locali pubblici fino alle 3.00 il venerdì, sabato e durante i giorni prefestivi.
Pur condividendo i principi dei promotori dell’iniziativa, il Consiglio di Stato non poteva non tenere in considerazione le perplessità emerse dalla consultazione. Nella sua seduta del 7 settembre 2016 ha quindi costituito un Gruppo di lavoro composto da vari attori pubblici e privati del settore, col compito di proporre delle riflessioni a livello legale, pratico e procedurale per sviluppare il settore degli esercizi alberghieri e della ristorazione, che potessero portare ad una revisione parziale della Legge. Dalle conclusioni del gruppo di lavoro, il Consiglio di Stato ha elaborato un controprogetto che mantiene e rafforza gli obiettivi ricercati dai promotori dell’iniziativa.
Per poter rispondere tempestivamente all’imminente inizio della stagione estiva, per il momento il Consiglio di Stato ha deciso di limitarsi alla tematica degli orari di apertura degli esercizi pubblici, del rispetto dell’ordine e della quiete pubblica e della durata dei permessi speciali.
Oltre a introdurre la possibilità di posticipare la chiusura degli esercizi alle 2.00 il venerdì, il sabato e durante i giorni prefestivi, con il controprogetto si propone al Parlamento l’introduzione della possibilità per l’esercente di anticipare la chiusura del proprio locale fino ad un massimo di due ore prima dell’orario notificato al Comune.
Sono inoltre state introdotte delle norme legate al rispetto dell’ordine e della quiete pubblica. Il Consiglio di Stato ritiene che, posticipando di una sola ora la chiusura degli esercizi pubblici, rispetto a quanto in vigore attualmente, e adottando disposizioni specifiche, la problematica relativa al disturbo dell’ordine pubblico e della quiete notturna non venga compromessa in maniera insostenibile. Considerato come l’esigenza di tenere aperto più a lungo non è necessariamente sentita da tutti gli esercizi pubblici, il corollario di questa modifica, è la possibilità di anticipare la chiusura del locale fino ad un massimo di due ore rispetto all’orario notificato al Comune.
Infine, la volontà di estendere la durata dei permessi speciali, risiede nell’importanza assunta negli anni a livello turistico delle manifestazioni organizzate sul territorio ticinese, che contribuiscono in larga misura a favorire la coesione sociale e la promozione del settore del turismo e hanno ripercussioni economiche rilevanti sia per i Comuni sia per il Cantone. Per questi motivi si è ritenuto necessario ampliare la durata di queste autorizzazioni, affinché la norma divenga più attuale e maggiormente confacente alle necessità della società odierna.
Il Governo è convinto che con le proposte formulate si mantengono intatti i principi dei promotori dell’iniziativa e si diano degli strumenti concreti per rispondere alle preoccupazioni espresse nell’ambito del disturbo dell’ordine pubblico e della quiete notturna.

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