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'Raddoppiata l'imposta di circolazione: è un aumento fuori legge'. Partono i primi reclami

(Gabriele Putzu)
7 febbraio 2017
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È partito il reclamo contro l’aumento delle imposte di circolazione. Lo ha inoltrato a Camorino il coordinatore del Fronte automobilisti Ticino, in rappresentanza di sette conducenti.

Contro l’adeguamento/aumento delle imposte di circolazione il Fronte automobilisti Ticino (Fat) aveva preannunciato battaglia. Dalle parole è passato ai fatti. Andrea Censi, coordinatore del movimento costituitosi di recente “per difendere gli utenti della strada”, ha inoltrato ieri alla Sezione cantonale della circolazione un reclamo, in rappresentanza di sette conducenti ai quali Camorino ha recapitato la salata fattura, chiedendo che l’ammontare dell’imposta 2017 rimanga “invariato” rispetto a quello dello scorso anno. Il rivisto sistema di calcolo degli ecoincentivi, con la diminuzione del numero di beneficiari del bonus, deciso e inserito dal Consiglio di Stato nel messaggio dell’aprile 2016 sulla manovra finanziaria, è quindi ora oggetto di una formale contestazione. «Ho ricevuto da diversi automobilisti, fra cui i sette che hanno deciso di reclamare e che assistiamo gratuitamente, l’importo dell’imposta che è stata loro notificata: ebbene, in alcuni casi è addirittura raddoppiata – rileva Censi, consigliere comunale della Lega a Lugano –. Parliamo, per giunta, di persone appartenenti al ceto medio-basso. Persone stimolate ad acquistare un’auto che inquinasse meno, godendo così di un bonus del cinquanta per cento, che però nel giro di un anno si sono viste togliere. Risultato: imposta maggiorata del cento per cento». Stando al reclamo, sarebbero stati violati il principio di legalità in materia fiscale, il divieto dell’arbitrio e il principio della buona fede sanciti dalla Costituzione federale. Le argomentazioni sono, e non poteva essere diversamente, di natura giuridica.

‘Illecita delega in bianco al governo’

“Il principio di legalità, in genere confinato a semplice principio, nel campo fiscale – si afferma nel reclamo – assurge a diritto costituzionale direttamente giustiziabile. Soprattutto in ambito di imposte, categoria come quella in esame, si esige un’accresciuta densità normativa. La legge formale (ossia nel Ticino quella emessa dal Gran Consiglio con clausola referendaria) non può limitarsi a indicare principi generici, ma deve anche disciplinare gli aspetti decisivi dell’imposizione”. E qui viene richiamata la sentenza con cui nel 2011 il Tribunale cantonale amministrativo ha accolto il ricorso del losonese Giorgio Ghiringhelli, trasferendo in pratica dai municipi ai consigli comunali la competenza di fissare il moltiplicatore d’imposta. Un verdetto, quello del Tram, secondo cui “una forchetta di apprezzamento sul tasso di imposta delegata all’Esecutivo del 20% è stata ritenuta incostituzionale”. Dall’articolo 1a della Legge cantonale sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore (articolo concernente l’ecoincentivo e il criterio bonus/malus) “non è ravvisabile né prevedibile in alcuna maniera alcuna tariffa”, rileva il reclamo: “Vi sono criteri generali ma non è comprensibile in nessun modo il fattore di ponderazione. Il solo aspetto chiaro, ossia il coefficiente di moltiplicazione (capoverso 2), varia tra lo 0.2 e l’1.8 con un margine del 900%, forchetta manifestamente incostituzio- nale alla luce della prassi di cui sopra” (il riferimento è alla sentenza del Tram). Ergo: “Si tratta di un’illecita delega in bianco al governo e come tale ingiustificabile per un aumento di imposta rispetto a quella iniziale”. L’imposta sarebbe peraltro “calibrata su criteri arbitrari, ammesso e non concesso che la delega resista a un esame. Le varie categorie non possono essere fissate unilateralmente dal governo, ma se mai riferite a classificazioni stabilite da autorità tecniche di natura peritale”. Di più. Secondo il reclamo, l’autorità cantonale avrebbe leso il principio della buona fede, poiché “inizialmente ha incentivato – anche giustamente – l’acquisto di veicoli più ecologici, concedendo sconti, salvo poi annullare tali ribassi nel giro di pochissimo tempo”. L’autorità avrebbe pertanto “deluso in un lasso di tempo esiguo la legittima aspettativa dei cittadini, inducendoli in un certo comportamento, salvo poi creare loro un danno”. Censi: «Se Camorino dovesse respingere il reclamo, ricorreremo alla Camera di diritto tributario del Tribunale d’appello».

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