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Il governo ha incontrato il pg della Confederazione Lauber

(Gabriele Putzu)
8 novembre 2016
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Il Consiglio di Stato ha incontrato stamane a Palazzo delle Orsoline il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber, accompagnato dalla procuratrice federale e responsabile dell’antenna distaccata di Lugano Dounia Rezzonico  e dal portavoce André Marty. Questo terzo incontro, si legge in un comunicato stampa, ha permesso un nuovo aggiornamento reciproco su temi legati alla sicurezza, e ha confermato l’unità di intenti fra le autorità cantonali e il Ministero pubblico della Confederazione.
Il Procuratore generale Michael Lauber, specifica la nota stampa del Cantone, ha anzitutto espresso apprezzamento per l’interesse dimostrato con regolarità dal governo ticinese verso le attività del Ministero pubblico della Confederazione e per l’ottima collaborazione con la Polizia cantonale e la Magistratura. Ha quindi ricordato i risultati ottenuti grazie alla riorganizzazione completata nel 2015, in particolare con le nuove modalità di lavoro e la suddivisione delle responsabilità fra la sede centrale di Berna e l’antenna distaccata di Lugano.
Per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, la vigilanza va mantenuta a un alto livello in Ticino, per contrastare le infiltrazioni dei gruppi mafiosi italiani nell’economia e combattere il riciclaggio di denaro. A questo scopo, la collaborazione con le autorità italiane prosegue in modo regolare, in particolare con i contatti fra il Ministero pubblico della Confederazione e la Procura di Milano. Il Procuratore generale ha inoltre informato in merito all’attuale richiesta – rivolta ufficialmente al Dipartimento federale di giustizia e polizia – di inasprire le sanzioni previste dal Codice penale svizzero per questo genere di reati.
In materia di contrasto alle attività terroristiche sul suolo elvetico, l’attenzione del Ministero pubblico della Confederazione si sta al momento concentrando sulla propaganda fondamentalista. È stato sottolineato come i Cantoni siano chiamati ad assicurare il controllo del territorio e a vigilare in particolare sul proprio sistema penitenziario, evitando che diventi luogo d’elezione per la diffusione del radicalismo.
Il Consiglio di Stato, conclude il comunicato, ha espresso la propria gratitudine per l’occasione di incontro e confronto, e riaffermato la volontà di collaborare strettamente con il Ministero pubblico della Confederazione, a tutela della sicurezza sul territorio svizzero e ticinese.

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