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Il dopopartita

7 maggio 2016
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Ai microfoni dei giornalisti, Patrick Fischer si presenta con un'espressione di grande delusione: la 'sua' Svizzera, ha steccato d'entrata, perdendo ai rigori con il Kazakistan. Ma il tecnico della Nazionale cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Abbiamo fatto tante cose giuste oggi, e per diversi tratti si può dire che abbiamo dominato l'avversario. Il Kazakistan ha preò atteso con pazienza le sue occasioni, poche ma sufficienti per sfilarci di mano una partita che sul piano del gioco stavamo controllando bene".

Fatta questa premessa, Fischer spende qualche parola sulla prestazione dei suoi: "I ragazzi si sono battuti con coraggio, mostrando una costruzione delle trame alquanto solida. Ai nostri avversari hanno concesso unicamente le briciole: pochissime le occasioni sul conto dei kazaki, ma tutte assai pericolose. La nostra vera condanna è stata quella di non essere riusciti a segnare di più, e non è che non ci siamo mancate le opportunità, anzi… A volte, tra noi e la rete, si sono messi di mezzo i pali della porta, in altre abbiamo sbattuto contro un portiere avversario in giornata di grazia".

Al tirar delle somme sono però due punti mancanti… "È chiaro che il risultato finale non fa la nostra gioia. Aver trovato la rete d'apertura dopo pochi minuti di gioco ci ha forse illusi che sarebbe stata una passeggiata. Sebbene non siamo riusciti nel nostro intento di batterli, ci sono state cose che mi sono piaciute".

Il passo falso complica però le cose alla Svizzera nell'ottica quarti di finale: "La cosa più importante ora è di mantenere la calma e non perdere la fiducia. Abbiamo visto una Nazionale ben messa, e il margine per crescere c'è ancora. Dobbiamo migliorare sotto porta, capitalizzando di più le nostre occasioni. Ora c'è una sola cosa da fare: prendere le cose positive che ha fatto emergere questa prima partita e usarle per presentarsi in pista domani, per la sfida con la Norvegia, con il giusto atteggiamento". Già, ma come vede Patrick Fischer la Norvegia? "Abbiamo studiato il tipo di gioco dei norvegesi e siamo pronti per la missione. Anche mentalmente: c'è delusione nelle file della squadra, è ovvio, ma c'è anche la consapevolezza che abbiamo i mezzi per risollevarci, passo dopo passo. Quello iniziale non è andato nella direzione auspicata, ma domani recupereremo il terreno perso".

Cosa hai provato nella tua prima da head coach a un Mondiale? "Mi sono stentito bene. Certo ci sono state un paio di situazioni delicate, ma fanno parte del gioco, del ruolo che sono chiamato svolgere. Prendiamo il loro 1-1: subire una rete così è mortificante per tutti. Per il portiere, per il resto della squadra e per l'allenatore. Ma non per questo la squadra si è disunita e anzi ha continuato a mettere pressione sull'avversario. Poi c'è stato il punto del loro sorpasso, altra situazione poco piacevole, ma fortunatamente subito dopo è arrivata la rete del 2-2". Che dire invece della rete non concessa ad Andrighetto? "All'inizio del torneo ci avevano chiaramente detto che i portieri sarebbero stati tutelati dagli arbitri. E così è stato. Un vero peccato che la rete sia stata annullata, perché reti così sono più uniche che rare".

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