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Attività solare e clima: studio della Specola solare ticinese

(©Ti-Press / Samuel Golay)
10 agosto 2015
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È  la fonte quasi esclusiva di energia della Terra e della nostra civiltà: parliamo del Sole, la nostra stella. È quindi essenziale capire il suo effetto sul clima terrestre. Ebbene, il riscaldamento globale registrato non può essere spiegato con la semplice attività solare, devono pertanto essere predominanti altre cause, fra cui la più probabile è l’attività umana di produzione di energia da fonti fossili. È quanto indicato nei giorni scorsi a Honolulu, alle Hawaii, in occasione della 29esima Assemblea generale dell’Unione astronomica internazionale, in una speciale conferenza stampa durante la quale è stato presentato il risultato finale delle ricerche sul ciclo solare. In questa scoperta ha avuto un ruolo anche la Specola Solare Ticinese di Locarno-Monti con il proprio contributo alla pubblicazione di un articolo su “Solar Physics”.

 La Specola ticinese – ricorda il suo direttore, Marco Cagnotti, in una nota alle redazioni – è “erede storica del metodo di Wolf”. È la stazione pilota del Sunspot Index and Long-term Solar Observations di Bruxelles (Silso), ossia l’osservatòrio astronomico di riferimento di tutto il network di decine di osservatori coordinati dall’istituto belga. Le misure dell’attività fotosferica del Sole – come le macchie solari – raccolte presso l'osservatòrio Locarno-Monti “coprono ormai quasi 60 anni, fin dai tempi della fondazione come stazione a Sud delle Alpi da parte dell’Osservatorio di Zurigo, passando poi per l’autonomia amministrativa ottenuta all’inizio degli Anni Ottanta sotto la direzione di Sergio Cortesi, il più anziano ed esperto di tutti gli osservatori del Sole”. Cagnotti e Cortesi (nella foto Ti-Press) hanno firmato insieme ai colleghi del Silso un articolo che verrà pubblicato sulla prestigiosa rivista “Solar Physics”. L’articolo è già disponibile on line e definisce la questione del nuovo Sunspot Number, che apre una nuova epoca nella registrazione dell’attività solare. In particolare, annota ancora Cagnotti, quest’articolo documenta “in maniera definitiva e trasparente” le procedure di definizione del Sunspot Number. Il Sunspot Number “è uno degli argomenti di maggiore interesse, uno dei settori dove la ricerca è diventata più vivace nella fisica solare. Infatti è ormai il parametro di riferimento più usato in tutti gli studi di fisica solare, poiché è l'indice di attività solare che va più indietro nel tempo ed è facilmente calcolabile, senza necessariamente usare grandi telescopi”. Dunque “è prezioso per tutta l’astrofisica stellare, dato che ci permette di scoprire come funziona e come cambia nel tempo la nostra stella”. Di più: il Sunspot Number trova applicazioni anche in settori in apparenza lontani dall’astrofisica stellare, come gli studi sui raggi cosmici.

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