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'A rischio il servizio pubblico in italiano'. Quarantanove personalità a favore della revisione del canone

(Gabriele Putzu)
21 maggio 2015
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Il pagamento del canone da parte di tutti i residenti in Svizzera "è la logica conseguenza del diffondersi praticamente in tutte le abitazioni di collegamenti e apparecchi (smartphone, tablet, PC) che consentono di ascoltare la radio e di guardare la televisione senza possibilità di controllo da parte delle competenti istanze". 

A scriverlo sono 49 personalità della Svizzera italiana in un appello a favore della revisione parziale della Legge sulla radiotelevisione in votazione il prossimo 14 giugno. Revisione "necessaria – si legge nell'appello – che e risponde all’interesse della Svizzera italiana. Questa riforma consolida infatti, rendendolo più equo, un sistema di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo che consente l’esistenza di una radio televisione nazionale in lingua italiana e contribuisce al finanziamento delle emittenti private locali". Stando ai firmatari, "grazie alla generalizzazione del canone (con importanti eccezioni, come ad esempio le persone con rendita complementare Avs/Ai), chi lo paga attualmente (l’85% dei fuochi) beneficerà di una riduzione significativa. La Billag non svolgerà più alcun ruolo e si eviteranno gli utenti abusivi, che fruiscono della radiotelevisione a spese altrui".

Prosegue l'appello: "Non è, come sostengono gli avversari, una nuova tassa, dal momento che il canone già esiste: è il giusto prezzo per avere, da una parte, una radiotelevisione svizzera indipendente, capace di produrre programmi in quattro lingue e di mettere sullo stesso piano la Svizzera italiana con quella tedesca e quella francese e, dall’altra, per aiutare le radiotelevisioni private a svolgere anche una funzione d’interesse pubblico". E ancora: "Gli avversari di questa riforma, che di fatto contribuiscono a mantenere in vita un sistema iniquo di percezione del canone, mirano in modo evidente a indebolire la Società Svizzera di Radiotelevisione (Ssr) e le sue emittenti regionali (fra cui la Rsi). È una strategia controproducente e dannosa per la Svizzera intera e per la Svizzera italiana in particolare".

L’eventuale "privatizzazione" del servizio pubblico, oggi assicurato dalla Ssr, "costerà molto caro al pubblico svizzero il giorno in cui questa azienda non sarà più in grado di produrre informazione di qualità, programmi d’intrattenimento, cultura e sport, e gli Svizzeri saranno perciò costretti ad acquisirli dalle Tv private estere!".

"Le conseguenze per la Svizzera italiana e per il Ticino saranno ancora più importanti: rischiamo di non più avere un servizio radiotelevisivo completo in italiano oggi garantito dalla chiave di riparto che ci favorisce e di perdere, oltre a un significativo apporto culturale, anche le relative ricadute finanziarie e occupazionali (oltre 1000 posti di lavoro a tempo pieno). Perché voler creare un grave squilibrio in un sistema massmediatico sinora indicato come modello di federalismo e di equità? Rendere fragili e precarie le basi di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo non avrà ripercussioni dirette solo sul futuro della Rsi e sulla sua importante capacità occupazionale, ma porrà a rischio il ruolo del servizio pubblico come vettore di informazione, promotore di espressioni culturali e testimone fondamentale dell’italiano in Svizzera".

L'appello, come detto, è stato sottoscritto da 49 personalità della Svizzera italiana:

  • Pietro Antonini
  • Dino Balestra
  • Mauro Baranzini
  • Giovanni Barone Adesi
  • Paolo Beltraminelli
  • Emanuele Bertoli
  • Anna Biscossa
  • Marco Blaser
  • Ilario Bondolfi
  • Mario Branda
  • Fulvio Caccia
  • Marina Carobbio
  • AntoineCasabianca
  • Carlo Croci
  • Carla Del Ponte
  • Jean-François Dominé
  • Monica Duca Widmer
  • Jacques Ducry
  • Diego Erba
  • Denise Fedeli
  • Gabriele Gendotti
  • Claudio Generali
  • Franco Gervasoni
  • Giorgio Giudici
  • Fabrizio Keller
  • Claudio Lardi
  • Filippo Lombardi
  • Enzo Lucibello
  • Saverio Lurati
  • Carlo Maggini
  • Christian Marazzi
  • Pietro Martinelli
  • Dick Marty
  • Germano Mattei
  • Enrico Morresi
  • Giorgio Noseda
  • John Noseda
  • Romolo Nottaris
  • Luigi Pedrazzini
  • Yvonne Pesenti Salazar
  • Alberto Petruzzella
  • Luca Pissoglio
  • Mario Postizzi
  • Aldo Rampazzi
  • Remigio Ratti
  • Laura Sadis
  • Paolo Sanvido
  • Giancarlo Seitz
  • Christian Vitta
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