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Aeroporto di Agno fra progetti e illusioni

3 gennaio 2015
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 di Pier Felice Barchi - Anni 80. Annovazzi municipale di Lugano e capodicastero Aeroporto. Con Torti, allora presidente dell’associazione passeggeri di Agno, si incontrò con Löpfe, Ceo della Swissair. Questi escluse che voli di linea da e per Agno potessero essere redditizi. Quanto alla Crossair, essa aveva conti in nero solo perché le linee cedutele dalla Swissair (come Zurigo-Budapest e Zurigo-Bucarest) venivano rimunerate dalla stessa Swissair con la copertura dei costi più un utile convenzionale. Sono trascorsi più di vent’anni. La lunghezza della pista di Agno non è aumentata. La capienza degli aerei in grado di atterrare con pieno carico ad Agno nemmeno. Non si vede perché gli apprezzamenti fatti da Löpfe debbano essere modificati, semplicemente con il trascorrere degli anni. A Lugano si discute da qualche mese del risanamento della Airport, che è una società anonima di diritto privato con partecipazione del Comune. L’idea di disporre di una società anonima, che è molto più flessibile e veloce a decidere che non il Consiglio comunale, è stata provvida. Non è però il toccasana. Il cumularsi di disavanzi esige infatti una manovra di risanamento grazie ad una diminuzione e contemporanea ricostituzione del capitale. Per il capodicastero Angelo Jelmini un uovo di Colombo. L’affitto di nuovi hangar per privati dovrebbe rendere il 20% degli investimenti. Ossia una cifra più che sufficiente per risanare la Airport. Nessuno dubita che Lugano può creare la liquidità necessaria per risanare la Airport. Basta che adegui a parametri di mercato i fitti di una parte delle centinaia di alloggi e di locali commerciali che fanno parte del suo patrimonio (beni patrimoniali non amministrativi). Sennonché il target del capodicastero non dovrebbe essere quello di generare liquidità. Quello invece di escludere disavanzi nella futura gestione ordinaria (entrate per i servizi aeroportuali e tasse di atterraggio) di Airport. Il capodicastero confida che al finanziamento di un ampliamento dell’aeroporto di Agno possano provvedere soprattutto privati. Illusioni, a mio parere. Un ampliamento dell’aeroporto esige di mettere in galleria il raccordo con la Piodella. Nessuno partecipa a un’opera di almeno 80 milioni di franchi (compresi i nuovi hangar), se non ha la certezza di avere un “return”. Agno sarebbe strategico per lo sviluppo dell’economia ticinese. Parole, parole. In verità un aeroporto cantonale è sproporzionato all’utile che l’economia e il fisco ticinese, con tutte le possibili ricadute, potrebbero far derivare da condizioni particolarmente attrattive. In ogni caso un possibile aeroporto cantonale dovrebbe, per risultare redditizio, essere ubicato a Magadino. Erroneamente si dice Magadino, mentre che il territorio appartiene alla giurisdizione comunale di Locarno. I costi sarebbero di gran lunga minori. La sicurezza nel decollo e nell’atterraggio sarebbe ben maggiore. Per i potenziali uomini d’affari interessati alla “piazza” di Lugano il tragitto Magadino-Lugano è meno problematico che non quello da Agno. Lugano farà i propri calcoli dei costi che può investire in un nuovo Agno. Sono parzialmente contribuente di Lugano. Non solo per questo. Ma perché sono convinto che ogni franco investito ad Agno non avrà nessun “return”, mi auguro che Lugano rinunci. Un aeroporto cantonale non si giustifica. Il Cantone non deve spendere un sol franco per una tale voce.

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