Estero

Nuovo coronavirus, l'Australia vuole un'inchiesta sulle origini

Il primo ministro Morrison, scettico sulle accuse statunitensi, sostiene che una ricerca indipendente sarebbe utile in caso di future pandemia

6 maggio 2020
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Il governo australiano continua a premere su scala globale per un'inchiesta indipendente sulle origini del Covid-19. Il primo ministro Scott Morrison ha scritto ai leader del G20, tra cui il presidente cinese Xi Jinping, per chiedere di approvare la mozione in tal senso che l'Australia si prepara a sostenere alla riunione in teleconferenza dell'organo direttivo dell'OMS il 18 maggio.

Morrison afferma che è "cruciale una valutazione adeguata" della pandemia, respingendo quindi le affermazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, sulle "enormi prove" che il coronavirus provenisse da un laboratorio in Cina. Il primo ministro sottolinea che un'inchiesta indipendente aiuterebbe il mondo a trarre insegnamenti che potrebbero essere applicati a future pandemie "che potrebbero originarsi in qualsiasi parte del mondo".

L'Australia non può escludere che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio, ma "l'origine più probabile è un mercato di carne di animali selvatici a Wuhan", ha detto Morrison, esprimendo preoccupazione che le pressioni Usa per attribuire all'Istituto di Virologia di Wuhan la responsabilità della 'fuga' del virus possano ostacolare gli sforzi per eliminare i pericolosi 'mercati umidi' di animali selvatici.

I rappresentanti dell'Australia all'imminente riunione dell'OMS chiederanno di sostenere la proposta australiana di un'inchiesta che esamini "le mancanze di preparazione alla pandemia, con l'obiettivo di stabilire un'iniziativa globale di predisposizione operativa e di risposta a una pandemia", utilizzando le strutture e i programmi globali esistenti.
 
 

 

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