Estero

Coronavirus in Italia: i morti sono 11 e i contagi arrivano a Sud

Le vittime sono persone anziane. Le infezioni sono 328, arrivate fino in Sicilia, passando per Liguria a Toscana. Intanto, il mondo si chiude alla Penisola.

Niente panico ©Keystone
25 febbraio 2020
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Il coronavirus continua ad avanzare in Italia e sale a undici il conto delle vittime. Anche i quattro morti odierni sono anziani (tre in Lombardia e uno in Veneto). Trecentoventotto i positivi, circa cento in più del giorno precedente. E il contagio – proveniente dalle aree-focolaio del Settentrione – arriva al Sud, in Sicilia ed in altre due regioni, Liguria e Toscana.

Al primo posto del bollettino infezioni c'è la Lombardia

Al quinto giorno dopo la scoperta del primo caso di positività autoctona al Covid-19, il virus progredisce dunque. Il bollettino vede sempre la Lombardia al primo posto, con 240 contagiati; segue il Veneto (45), l'Emilia Romagna (26), Piemonte (3), Lazio (3), Sicilia (3), Toscana (2), Liguria (2) e Alto Adige (1). I pazienti ricoverati con sintomi sono 114, 35 in terapia intensiva, mentre 162 si trovano in isolamento domiciliare. Una persona è guarita. Eseguiti oltre 8'600 tamponi. Sul primo morto veneto la procura di Padova ha aperto un fascicolo per accertare se siano state rispettate le linee guida sul trattamento della malattia.

I focolai sembrano essere sempre gli stessi, quelli lombardo-veneti. Da lì provenivano i tre positivi (una coppia ed un altro componente) trovati a Palermo, arrivati con una comitiva di turisti bergamaschi. L'albergo nel quale alloggiavano è stato chiuso e tutti i clienti sottoposti a tampone. Stessa sorte per una turista di Castiglione d'Adda ad Alassio (Savona), primo caso in Liguria: il secondo contagiato ligure era passato da Codogno.

E il virus "lombardo" è stato portato anche all'estero. Un'altra coppia di turisti proveniente dalla Lombardia è infatti ricoverata in isolamento nell'isola di Tenerife, dove era andata in vacanza. Anche una 36enne lombarda è stata trovata positiva a Barcellona, così come una coppia bergamasca a Innsbruck. Ma "gli italiani possono continuare a viaggiare", dice Speranza.

Blocchi e quarantene: alcuni Paesi si chiudono all'Italia

La decisione della Confederazione svizzera e dei Paesi confinanti con l'Italia di tenere aperte le frontiere è una misura che non tutte le nazioni hanno deciso di seguire. Tra blocchi e quarantene, il mondo ha deciso di prendere provvedimenti nei confronti di italiani e viaggiatori per prevenire la diffusione del coronavirus.

Alcuni paradisi del turismo come le Seychelles e la Giordania – mete frequentatissime dagli italiani – ma anche l'Iraq hanno deciso per il blocco totale: non entra nessuno dall'Italia. Altri Stati, come il Kuwait, hanno sospeso i collegamenti aerei con il nostro Paese, mentre la compagnia nazionale bulgara ha cancellato tutti i voli da e per Milano.

Altri ancora hanno optato per un ventaglio di misure di sicurezza che vanno dai controlli sanitari all'arrivo in aeroporto – gli ultimi a introdurli sono stati Egitto, Montenegro, Lituania, Ucraina, Moldavia e Cipro – fino ad arrivare all'imposizione di una quarantena, in particolare per i viaggiatori che arrivano dalle zone focolaio di Lombardia e Veneto.

È il caso, quest'ultimo, della Gran Bretagna, che ha sancito un auto-isolamento di 14 giorni per chi proviene dal Norditalia e presenta sintomi di un potenziale contagio dal virus. Una quarantena che diventa obbligatoria in ogni caso per chiunque arrivi dai paesi lombardi e veneti isolati dal governo italiano. Una scelta analoga a quella adottata nei giorni scorsi dalla Romania.

Lo Stato polinesiano di Samoa ha stabilito invece che i viaggiatori provenienti o in transito dall'Italia saranno ammessi nel Paese solo se avranno trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non ci siano stati casi di coronavirus. Di fatto si tratta di un divieto di ingresso mascherato. È solo una raccomandazione invece quella dell'Islanda, che suggerisce di adottare un auto-isolamento a tutti coloro che arrivino da Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Anche l'Ue ha preso misure per il proprio personale che ha visitato di recente l'Italia: lo staff della Commissione e del Parlamento passato per le zone rosse dovrà lavorare da casa fino a nuovo ordine.

Negli Stati europei che confinano con l'Italia, tuttavia, "c'è fiducia sulle nostre misure", ha assicurato il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha incontrato a Roma il consigliere federale Alain Berset insieme ai ministri della Sanità di Austria, Francia, Slovenia Croazia e Germania: per ora tutti hanno promesso che non chiuderanno le loro frontiere.

L'attenzione tuttavia resta alta: Parigi ha invitato i propri connazionali a evitare viaggi nel Norditalia, Berlino ha raccomandato a chi ha viaggiato nel nord del Paese ed è entrato in contatto con persone di cui sia provata l'infezione a rimanere a casa per precauzione. E gli Usa hanno vietato ai militari americani di viaggiare nelle zone colpite dal virus.

Giuseppe Conte: 'L'Italia è un Paese sicuro, più di tanti altri'

Diversi Paesi hanno così sbarrato le loro frontiere agli italiani e molti hanno stretto le maglie dei controlli per paura che possano propagare il contagio, mentre il premier italiano Giuseppe Conte ha tentato di rassicurare la comunità internazionale: "L'Italia – ha affermato – è un Paese sicuro, forse più sicuro di tanti altri. Sarebbe ingiusto che arrivassero limitazioni da parte di Stati esteri, non lo possiamo accettare".

Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha dato indicazione alla Farnesina di convocare tutti gli ambasciatori dei Paesi esteri accreditati in Italia per dare loro "un'informazione corretta" sull'andamento del contagio sul nostro territorio. Iniziativa analoga da parte del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, che ha convocato gli ambasciatori di tutti i 27 Paesi Ue.

Nel frattempo, però, perfino la Cina attraverso l'organo di stampa del suo partito comunista sale in cattedra per criticare la presunta risposta "lenta" adottata dall'Italia per fronteggiare l'emergenza legata al coronavirus.

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