Svizzera

Processo per vendite telefoniche indesiderate

Marito e moglie sono accusati dalla Seco di concorrenza sleale. Molte persone hanno affermato di essere state pesantemente molestate dalle chiamate

Archivio Ti-Press
19 novembre 2018
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Il direttore di un gruppo di aziende di vendite telefoniche e sua moglie sono comparsi oggi davanti al Tribunale cantonale di San Gallo. Contro i due, il Ministero pubblico e la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) hanno avanzato l'accusa di concorrenza sleale.

Tramite le loro società avrebbero molestato clienti in tutta la Svizzera con chiamate pubblicitarie indesiderate. La procuratrice ha chiesto per il commerciante 54enne una pena pecuniaria sospesa con la condizionale di 100 aliquote giornaliere da 750 franchi l'una e per la consorte, una 53enne, una di 15 aliquote.

Inoltre, il Ministero pubblico ha domandato che all'uomo d'affari venga confiscato un conto con 250mila franchi depositati. Dal canto loro, gli imputati respingono tutte le accuse e vogliono l'assoluzione, già ottenuta in primo grado dal Tribunale distrettuale di Rheintal nell'aprile 2016.

In quell'occasione, le prove a carico della coppia erano state giudicate insufficienti. Accusa e Seco però, non soddisfatte, avevano inoltrato ricorso alla massima istanza cantonale. Questa renderà nota la propria sentenza nei prossimi giorni.

Dal 2000, l'imputato è alla guida di un gruppo di aziende che si occupa della vendita di integratori alimentari e cosmetici, principalmente via telefono. Per un certo tempo ha fornito lavoro a duecento persone: ora, a suo dire, gli impiegati sono una sessantina.

Stando alla procuratrice, l'uomo aveva creato una vasta, redditizia e ben funzionante rete di imprese. Molte persone hanno affermato di essere state pesantemente molestate dai call center e la Seco ha ricevuto tra il 2012 e il 2014 decine di reclami, tanto da sporgere denuncia penale.

In cinquanta casi, secondo l'avvocato della Seco, i venditori hanno composto il numero anche di persone il cui nome figurava nell'elenco telefonico di fianco a un asterisco, che sta proprio a significare la volontà di non ricevere tali chiamate pubblicitarie. Le lamentele pervenute sono solo la punta dell'iceberg, ha dichiarato in aula il legale.

L'uomo d'affari ha respinto ogni addebito, definendosi sorpreso dalle accuse. Hanno ricevuto le chiamate solo i clienti con i quali esisteva un rapporto commerciale, si è difeso: ciò è consentito, anche per le persone con l'asterisco. I dipendenti agivano seguendo una linea guida e venivano controllati, ha assicurato.

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