Hockey

‘Certo, che deve farti male’

Philippe Furrer e il Lugano a caccia del (nuovo) doppio vantaggio nella serie sul Friborgo. 'Brust? Dobbiamo muoverlo di più e cercare le seconde opportunità'

17 marzo 2018
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Lugano – Sarà stata anche corta, la notte dopo gara 3. Ma, all’apparenza almeno, stando ai volti dei giocatori che lasciano la Resega alla spicciolata dopo il tradizionale allenamento mattutino a porte chiuse, quella bruciante sconfitta al supplementare non ha tolto il sorriso agli uomini di Greg Ireland. «Di positivo c’è che quando sei ferito dentro, la reazione che avrai la volta dopo avrà ancora più forza – racconta il difensore Philipp Furrer –. Devono farti male, cose del genere. E devi pure essere arrabbiato. Infatti quella di giovedì è una sconfitta che fa arrabbiare: avevamo la partita in mano e ce la siamo fatta scippare. Cose del genere non possono succedere. Mi fa rabbia anche pensare al powerplay: bisognava creare di più, un quarto e un quinto gol che ci permettessero di chiudere i conti, visto che un 3-1 non decide nulla. Ma ci sono anche state delle penalità ingenue, e il fatto che non abbiamo saputo bloccare i dischi ha fatto il resto».

Di sicuro non quanti eravate riusciti a intercettarne a Friborgo, oppure alla Resega in gara 1. «Certo, lo dicono le statistiche: martedì, in gara 2, avevamo lavorato nettamente meglio».

Il Friborgo giovedì avrà anche vinto la partita, ma la serie in mano ce l’avete ancora voi. «Senz’altro: siamo noi in vantaggio, e sappiamo che ci bastano due successi per superare l’ostacolo. Vittorie che vogliamo ottenere il più in fretta possibile. In altre parole, stasera serve un successo per tornare a casa nuovamente con due punti di vantaggio. Stavolta, però, con l’opportunità di chiudere».

Cos’è cambiato, secondo te, rispetto alle prime due partite della serie? «Che loro hanno cominciato a segnare – ride –. Il punto è che il Friborgo è cresciuto, di pari passo con il suo gioco in powerplay. Ciò che per noi si è tradotto in un aumento della pressione. Agli uomini di French abbiamo concesso troppo nel corso del secondo tempo, e i nostri ‘turnover’ si sono tradotti in opportunità che li hanno riportati in vita. E quando succedono momenti del genere, improvvisamente ritornano pure le energie. Ed era proprio ciò che noi non volevamo. Avremmo dovuto giocare in maniera più intelligente».

Che sia inconsciamente il frutto di un eccesso di sicurezza? «No, credo piuttosto che siano stati loro a cambiare atteggiamento. E quel nuovo approccio noi non siamo stati in grado di contrastarlo. Eravamo tornati in pista dalla seconda pausa con l’obiettivo di giocare il nostro periodo migliore, ma semplicemente non ci siamo riusciti. A quel punto il Friborgo ha capito che avrebbe potuto mettere ancor più pressione. E se ripenso al palo di Hofmann... Tutto si gioca davvero su differenze minime».

C’è però anche da dire che, rispetto alle prime due partite, Barry Brust ha pure giocato in tutt’altro modo. «Già, ma noi a volte abbiamo fatto la nostra parte, mettendogli i puck nel guantone e aiutandolo così a far sì che si sentisse a suo agio. Stasera dovremo riuscire a farlo muovere di più, mettendo subito i dischi sulla porta a caccia di respinte, per beneficiare delle cosiddette seconde opportunità».

Intanto resta da capire se, in vista di un atto quattro che, alla luce della situazione attuale, potrebbe essere di importanza capitale, Ireland deciderà di sbilanciare un po’ più in avanti l’assetto della squadra, reinserendo Klasen in attacco (in tal caso, probabilmente, al posto del canadese Sanguinetti). Sempre che nel frattempo (e chi può dirlo, visto che nei playoff nulla trapela?) Vauclair sia nuovamente utilizzabile al 100%. Ancora qualche ora d’attesa, poi si saprà.

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