Atletica

Alla corte di Justin Gatlin

Il trentaseienne statunitense, campione mondiale dei 100 m, è l'uomo da battere domani all'ombra dei Castelli. 'Pista assai veloce, è l'occasione buona per cercare il tempone'

17 luglio 2018
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Sono venti di gloria quelli che spirano tra i castelli di Bellinzona. E venti, stavolta con accezione numerica, sono anche i successi sui 100 m in Diamond League che Justin Gatlin si porta in dote. Quel Gatlin capace di fare lo sgarbo, fra l’altro, a tale Usain Bolt, l’uomo più veloce di tutti i tempi, ai Mondiali di Londra dell’anno scorso, quando mise al collo la medaglia d’oro relegando il giamaicano sul terzo gradino del podio (battuto pure da Christian Coleman). Il suo ultimo sigillo sul circuito internazionale più prestigioso risale al 6 luglio dell’anno scorso a Losanna. Dodici mesi più tardi l’oggi 36enne statunitense torna in Svizzera, con la ferma intenzione di lasciare ancora una volta il segno. Perché è senza dubbio lui la stella più attesa del parterre extralusso del Galà dei Castelli, che va in scena domani al Comunale di Bellinzona.

In Ticino, dove è sbarcato un paio di giorni fa («Sarei dovuto arrivare prima, ma un contrattempo mi ha costretto a un lungo stop all’aeroporto oltre Atlantico»), Gatlin ci è arrivato con l’obiettivo di sbaragliare la concorrenza: «Non sono venuto qui per fare da comparsa, ma per vincere – esordisce il quinto uomo più veloce della storia (9”74 di personale) –. Mi sento in forma, e questa gara l’ho voluta preparare al meglio: sono convinto delle mie possibilità». La concorrenza, tuttavia, si annuncia particolarmente agguerrita: oltre a lui, al via ci saranno infatti altri quattro tra i sei atleti più veloci di sempre: Mike Rodgers (9”85 di personale ma capace anche di un 9”80 ventoso), Asafa Powell (9”72), Nesta Carter (9”78) e Tyson Gay (9”68). «Avversari di tutti rispetto, certo, ma che ho comunque i numeri per lasciarmi alle spalle. Anche se sono perfettamente consapevole che non sarà facile: per riuscirci dovrò correre davvero forte».

Con un curriculum come quello dello statunitense, fissarsi nuovi obiettivi appare un’impresa quasi impossibile: come ci riesce Justin Gatlin? «Beh, sì, non è facile. Ma non è che un titolo iridato o un oro olimpico ti appaghi: una volta che raggiungi l’apice, poi vuoi restarci il più a lungo possibile. A spingerti allora è la voglia di confermarti. Il successo di Londra non ha spento la mia voglia di andare avanti, di cercare di migliorare ancora. Per questo ho cambiato allenatore e staff tecnico, cosa che mi ha dato ulteriore slancio». Incoronato tre volte alla Pontaise nella distanza breve (oltre all’anno scorso aveva vinto nel 2015 e l’anno precedente), Gatlin cercherà domani di completare il poker su suolo svizzero: «La pista del Comunale è molto veloce, con caratteristiche simili a quella di Losanna. Le prime impressioni che ne ho ricavato sono molto positive. Adoro questa pista, il suo contesto, poi, è qualcosa di impagabile: quando tagli il traguardo e ti volti a guardare verso i blocchi di partenza, all’orizzonte ecco apparire le montagne; un quadro che ti toglie il fiato! Sono sicuro che con il pubblico sarà ancora più spettacolare».

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