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Golfisti, ma con i piedi

Sabato e domenica a Locarno prima tappa dello Swiss Footgolf Tour 2018. Si tratta di una disciplina nuova, ma in forte espansione e nata in Svizzera

Calcio sui campi da golf
16 marzo 2018
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Chi passasse, tra sabato e domenica, davanti al Golf Target di Locarno, non si spaventi: non deve temere di soffrire di allucinazioni se vedrà in campo palloni da calcio al posto delle tradizionali palline rivestite in plastica leggera. Avrà invece l’opportunità di assistere alla prima tappa dello Swiss Footgolf Tour 2018, il campionato nazionale di footgolf. Di che sport si tratta lo dice il nome stesso: un misto tra calcio e golf, dove al posto di ferro e pallina si utilizzano piedi e pallone da calcio, con l’identico scopo di mandare la sfera in buca nel minor numero di colpi possibile.

Di primo acchito potrebbe sembrare una delle tante stramberie proposte da un panorama sportivo sempre più variegato. E invece, per quanto giovane, questa disciplina sta raccogliendo adepti in tutto il mondo, compresa la Svizzera dove, tra l’altro, tutto è nato. Ne abbia mo parlato con Adriano Piccoli, responsabile dello sviluppo dell’Associazione svizzera di footgolf...

«Tutto nacque quasi per errore nel 1999, quando Julien Babel, attuale presidente della federazione svizzera, con alcuni amici provava a giocare a golf nel Pac des Moraines a Carouge. Un tiro mal piazzato, una finestra rotta, un litigio con il padrone della casa presa di mira e poi l’idea di sostituire la pallina con il pallone e il ferro con la gamba, con gli alberi quali buche immaginarie, le stradine del parco e gli ostacoli naturali quali bunker e laghetti da superare. Con il passare degli anni si è consolidata l’idea di creare una federazione nazionale, idea che ha visto la luce nel 2009. Tramite i social media siamo poi entrati in contatto con altri gruppi di ragazzi che praticavano questo sport all’estero, ci siamo confrontati, abbiamo discusso e negli anni Duemila in Olanda si è giunti alla codificazione delle regole, in pratica simili a quelle del golf. La disciplina ha conosciuto un’espansione molto veloce, soprattutto in Europa, negli Stati Uniti e in Sudamerica, Brasile e Argentina in particolare, tanto che al momento attuale le federazioni nazionali sono ben 38. Un po’ tutti ne rivendicano la paternità, ma resta il fatto che quella svizzera è stata la prima federazione costituita».

Rimane difficile quantificare quali siano i numeri di questa espansione... «A livello mondiale stiamo attualmente portando avanti le pratiche per ottenere l’affiliazione al Cio (per ora abbiamo lo statuto di “osservatore”) e a quel punto sarà possibile presentare dati certi. Per quanto riguarda la Svizzera, nel solo campo di Basseruche - St-Cergue, nel Canton Vaud, si staccano più di 7mila green fee all’anno. Da noi le possibilità di giocare sono ancora limitate a quattro o cinque campi, ma in Francia e in Inghilterra il numero di terreni raggiunge quota 200».

Il footgolf si gioca sui campi da golf, ma le due discipline non entrano in conflitto... «Non è facile far capire a chi dirige un golf che la nostra è una proposta seria e interessante anche a livello finanziario, visto che un torneo può arrivare a ospitare 200 partecipanti. Si tratta di lavorarli ai fianchi, ma poi si arriva a trovare un accordo. Anche perché il footgolf non è invasivo. Ad esempio, la buca, che presenta un diametro di 50 cm, non viene ovviamente posizionata nel green – comunque troppo corto e veloce per un pallone da calcio –, ma preferibilmente nel fairway. Inoltre, partendo dal presupposto che una pallina di gomma colpita con una mazza di ferro va molto più lontano di un pallone calciato con un piede, per ogni buca da golf è possibile piazzarne due da footgolf, per cui per allestire un percorso di 18 buche ne possono bastare nove».

Ex calciatori si riciclano nel foogolf

La federazione internazionale ha visto la luce nel 2012 e subito ha organizzato la prima Coppa del mondo con la presenza di otto nazioni. A dimostrazione della rapida espansione della disciplina, quattro anni più tardi a Buenos Aires, per la seconda edizione del Mundial, le nazioni presenti erano già salite a 26, tra queste la Svizzera. Dal 2018 la Coppa diventa a scadenza biennale, per cui nel mese di dicembre l’appuntamento è fissato a Marrakesh per la terza edizione. Alla quale, ovviamente, prenderanno parte i “footgolfisti” elvetici... «Esistono criteri ben precisi per la qualifica ai Mondiali. I posti a disposizione della Svizzera sono 12: i primi cinque del campionato nazionale, i tre migliori del ranking mondiale, due Over 42 e due ex calciatori professionisti. Pure quest’ultima categoria è in forte espansione. Sono molti, infatti, coloro che, una volta appese le scarpette al chiodo, si riconvertono nel footgolf. Un esempio su tutti, quello di Fabian Ayala, ex difensore di Valencia, Milan e Nazionale argentina (115 caps). Ho avuto l’occasione di vederlo giocare nella finale dell’European Tour a Marrakesh ed è stato uno spettacolo. In Svizzera, ad esempio, si è già avvicinato l’ex nazionale Patrick Müller e spero che altri seguiranno».

Come spesso accaduto in altre discipline, lo sportivo elvetico è molto ricettivo verso le novità, tanto da eccellere subito a livello internazionale (si pensi al superG o allo snowboard). Nel footgolf è successa la stessa cosa... «Le prime due edizioni dell’European Tour, nel 2014 e 2015, sono state vinte da David Mancino la prima e da Lionel Jacot la seconda. Negli ultimi anni nazioni che dispongono di un numero maggiore di giocatori e di campi hanno chiuso il gap, ma noi continuiamo a difenderci molto bene. Lo scorsoanno la classifica del ranking mondiale l’ha vinta il britannico Ben Clarke, mentre l’ultima Coppa del mondo è andata all’argentino Cristian Otero nell’individuale e agli Stati Uniti nella competizione a squadre. La Svizzera, con Jacot che ha chiuso al terzo posto dell’ultimo European Tour, riesce sempre a mantenere due elementi nella top-10 mondiale».

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