Olimpiadi

Rispediti a casa da Seidenberg. 'Ce lo meritiamo'

La Nazionale di Fischer saluta mestamente la Corea già agli ottavi: decide tutto il difensore tedesco al 26esimo secondo dell'overtime. Mentre Hiller decide di averne abbastanza

20 febbraio 2018
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Ventisei secondi. Tanti ne bastano alla Germania per staccare il biglietto che vale l'accesso ai quarti, in un overtime che più amaro non potrebbe essere per gli uomini di Fischer. Visto che alla prima occasione, su corta respinta di Jonas Hiller, il difensore Seidenberg ha tutto il tempo per buttare il disco in porta. Ed è un mesto congedo per una Svizzera che anche stavolta, com'era già successo contro Canada e Cechia, nella fase preliminare, non convince mai appieno. E che, soprattutto, vista l'assenza delle stelle della Nhl, poteva legittimamente ambire a finire sul podio. 

Invece il duello con i tedeschi finisce con una sconfitta bruciante. Al termine di una partita in cui i rossocrocociati sono costretti a rincorrere sin dall'inizio. Dopo che, già al 9'' (!), Almond si fa sbatter fuori per una gomitata alla testa di Ehrhoff, e la penalità di partita i tedeschi la sfruttano per portarsi in vantaggio con Pfoderl nel corso del secondo minuto. A metterci una pezza ci pensa però Moser, al 24', nell'unica frazione in cui i rossocrociati riescono a mostrarsi convincenti. Un po' poco per riuscire ambire a proseguire l'avventura olimpica, contro un avversario molto solido, oltre che parecchio determinato. «È un'eliminazione meritata» sono le primissime parole di Patrick Fischer, in un post partita pervaso dallo sconforto. E in cui il portiere del Bienne Jonas Hiller (che, con una percentuale di riuscita del 95,60%, ai Giochi asiatici è secondo soltanto al collega svedese Viktor Fasth) annuncia che quella con la Germania è stata la sua ultima esibizione in rossocrociato. Con l'appenzellese, 96 volte nazionale, che mette fine a una carriera internazionale iniziata nel febbraio del 2005, a Huttwil, quando ricoprì il ruolo di riserva in un'amichevole con l'Ucraina.

Ai quarti in Corea, oltre ai tedeschi, ci vanno Stati Uniti, Norvegia e Finlandia, che raggiungono le già qualificate Svezia, Canada, Repubblica Ceca e la squadra degli atleti olimpici russi. «È l'ultima cosa che volevamo, ed è chiaramente uno smacco», aggiunge l'abbattuto Gaëtan Haas. Che fa autocritica: «La mia linea, con Praplan e Hollenstein, non ha aiutato abbastanza la squadra. Perché non ha tenuto sufficientemente il disco. Non ha giocato sufficientemente a hockey».

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