alla finestra

Senza scampo, nel vagone dei molesti

Sfuggendo chi urla verso un social, chi s'improvvisa Dj o chi guarda la tv al telefono (senza cuffie), la quotidiana lotta per un po' di pace sui nostri treni

22 marzo 2018
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Il Tilo mi accoglie con la sua quotidiana promessa di evasione, 28 minuti in un altrove da cui sono bandite bassezze e superficialità. Uno sguardo esplorativo e mi metto a distanza di sicurezza dal concerto reggaeton che si leva dai sedili di fondo. Mi accomodo, apro il libro, mi abbandono con un fremito di piacere al racconto di un ex bambino alla ricerca della felicità.

Mi richiama però il vociare enfatico di una telecronaca sportiva: sul sedile accanto un tale col cappellino sta guardando la tv sul telefono, la visiera lo scherma dal mio sguardo. Sopraffatto da un rigurgito di fatalismo, rinuncio a chiedergli di infilarsi un paio di cuffiette nelle orecchie. Mi concentro sul bimbo che vedeva cose che nessuno... Ma mi giungono invettive e improperi che due munite di mèche bionde rivolgono al profilo Facebook di una interessata al tipo sbagliato. Al terzo “tro...” mi coglie il pensiero che al tempo del mio racconto le ragazze parlavano diversamente e a un altro volume, non solo per morale ma per buon gusto.

Ci riprovo ma, quando una tizia sgrana al telefono il rosario delle sue incazzature quotidiane, quasi rimpiango i due sconosciuti cui giorni fa è bastato il tragitto Locarno-Giubiasco per condividere la certezza della presenza fra noi degli Ufo. Mi sento fuori posto o fuori tempo, reprimo l’impulso di tirare il freno d’emergenza, invoco fra me la protezione delle Ffs sui viaggiatori non molesti... Ma un sussulto del cappellino mi richiama alla realtà: hanno fatto gol.

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