Economia

Il virus non frena l'industria svizzera: continua la ripresa

Nonostante la seconda ondata, l'indice Pmi raggiunge il livello più alto dal settembre 2018; il più basso era stato ad aprile 2020 durante il lockdown

(Ti-Press)
4 gennaio 2021
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La ripresa in atto nell'industria svizzera sta proseguendo, nonostante la seconda ondata del coronavirus, mentre il comparto dei servizi sta subendo un rallentamento, ma non un crollo come quello subito in primavera.

Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono studiando l'operato dei manager che, nelle imprese, si occupano degli acquisti aziendali, cristallizzate in un sondaggio condotto dall'associazione di categoria Procure.ch. I dati vengono poi interpretati dagli specialisti di Credit Suisse.

Stando alle informazioni diffuse oggi dalla banca, l'indice dei responsabili degli acquisti (Purchasing Manager's Index, PMI) nel settore industriale è salito in dicembre a 58,0 punti, 2,7 in più di novembre e 9,1 più di un anno prima.

Malgrado la situazione sanitaria imposta dal Covid-19 l'indicatore si conferma quindi oltre la soglia di crescita pari a 50 punti, superata ormai ininterrottamente dall'agosto scorso, e raggiunge il livello più alto dal settembre 2018. Il punto più basso del 2020 era stato rilevato in aprile, con 40,7 punti.

Secondo gli esperti di Credit Suisse sono probabilmente due i motivi dello sviluppo migliore rispetto alla prima ondata della pandemia. In primo luogo, a differenza della primavera le catene di approvvigionamento sono ora in funzione. Secondariamente, l'Asia - Cina, ma anche Giappone e Corea del Sud - sembra controllare la situazione dei contagi: le industrie elvetiche beneficiano così della domanda del continente non solo direttamente, ma anche indirettamente, ad esempio come fornitrici dell'industria automobilistica tedesca.

Incoraggiante è inoltre il fatto che per la prima volta dall'inizio della crisi del coronavirus nel febbraio 2020 le aziende del ramo non hanno ridotto ulteriormente il loro organico. Al contrario, con 52,3 punti il sottoindice occupazione in dicembre è tornato al di sopra della soglia di crescita.

Nei servizi per contro l'indice PMI è tuttora sotto il livello di 50: si è attestato a 49,2 punti, con variazioni di +1,2 punti (mensile) e -1,1 (annuo). In novembre, sulla scia della seconda ondata, era stato misurato un valore di 48,0 punti, valore peggiore dallo scorso maggio, ma superiore ad aprile, quando l'indicatore era sceso a 21,4 punti, record negativo assoluto.

A quanto sembra hanno avuto un effetto attenuante le misure governative di contenimento del virus più blande che in primavera nella maggior parte della Svizzera, nonché la maggiore conoscenza dei consumatori e dei fornitori di servizi in materia di protezione contro la pandemia. Va inoltre notato che il sondaggio è stato effettuato tra il 16 e il 18 dicembre 2020: le cifre non riflettono quindi tutti gli effetti delle nuove misure adottate dal Consiglio federale il 18 dicembre.

Nonostante la perdita di posti di lavoro sia proseguita, con 49,0 punti il sottoindice occupazione si è attestato per la prima volta appena al di sotto della soglia di crescita. Nel contempo è comunque anche aumentato il tasso di ricorso al lavoro ridotto: si è attestato all'8% in dicembre, un dato da mettere in confronto con il valore più alto di aprile (32%) e quello più basso di ottobre (6%).

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