Economia

Metà dei parrucchieri testati faceva 'dumping' salariale

Lo segnalano CoiffureSuisse e i sindacati Unia e Syna. Previste 250 ispezioni a sorpresa nel corso di quest'anno

6 marzo 2019
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Il dumping salariale è molto diffuso presso i parrucchieri: nel 2018 sono stati effettuati circa 200 controlli e in oltre la metà degli esercizi (55%) sono state riscontrate violazioni alle norme salariali. Lo hanno comunicato oggi l'associazione padronale CoiffureSuisse e i sindacati Unia e Syna, precisando che i partner sociali vogliono aumentare le ispezioni senza preavviso.

Di fronte al numero elevato di inadempienze del contratto collettivo di lavoro (CCL) e all'arrivo di numerosi attori sul mercato che esercitano pressione sui prezzi, i partner sociali intendono effettuare, nel corso di quest'anno, oltre ai 200 controlli ordinari, anche 250 ispezioni non annunciate. Gli accertamenti effettuati lo scorso anno hanno dimostrato l'effetto preventivo di questo tipo di controlli.

Per questo lavoro di sorveglianza supplementare i partner sociali hanno raggiunto un accordo con gli organi competenti di 20 cantoni, viene precisato. Secondo il comunicato le ispezioni dovrebbero consentire una "sana concorrenza" e "rendere stabili" le condizioni di esercizio della professione.

Il nuovo CCL per i parrucchieri dichiarato vincolante dal Consiglio federale è in vigore da un anno: si applica a circa 4200 parrucchieri e a 10'700 dipendenti di cui il 95% donne. Per evitare una concorrenza a scapito delle condizioni di lavoro sono stati introdotti salari minimi per i lavoratori semi qualificati e senza formazione riconosciuta.

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