Economia

Casse pensioni, il 2018 è stato un annus horribilis

È stato il peggiore dallo scoppio della crisi secondo uno studio di Ubs. Esperti moderatamente positivi per il 2019

(Ti-Press)
15 gennaio 2019
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Per le casse pensioni elvetiche il 2018 si è rivelato il peggiore dallo scoppio della crisi finanziaria sul fronte dei rendimenti: la performance annuale è stata del -3,45% e l'andamento negativo ha toccato in modo ancora più pesante gli istituti di previdenza più piccoli, rivela uno studio periodico di Ubs.

A pesare sui dati del 2018 è stato in particolare il cattivo andamento delle azioni svizzere (-9,43) e di quelle globali (-9,23%). Anche le obbligazioni straniere mostrano il segno meno (-1,65%), mentre hanno tenuto quelle elvetiche (+0,13%). Si sono rivelati positivi gli investimenti in immobili (+2,68%) e in hedge funds (+1,08%). In generale l'anno si è chiuso con un mese di dicembre che si è rivelato il peggiore dei dodici (-2,21%).

Il cattivo andamento dei rendimenti ha interessato meno le grandi casse (con più di 1 miliardo di franchi), rispetto a quelle medie (0,3-1,0 miliardi) e piccole (meno di 300 milioni): la performance annuale si è attestata rispettivamente al -2,68%, -3,42% e -4,09%.

Va comunque rilevato che il 2018 segue un 2017 molto buono per gli amministratori dei soldi destinati alle pensioni: l'anno scorso era stato sfiorato il +8%. Dal 2010 stando ai calcoli di Ubs la performance annua media è stata del 3,51%, con differenze non troppo grandi fra le varie classi di grandezza delle casse: si va dal 3,38% delle piccole al 3,81% delle grandi, passando dal 3,49% delle medie.

Gli esperti di Ubs sono anche moderatamente positivi per il 2019: le azioni dovrebbero fornire buoni rendimenti, nonostante l'economia globale sia entrata nell'ultima fase di espansione del ciclo economico.

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