L'intervista

La scelta della musica

Milo Ferrazzini, violoncellista ticinese premiato due volte al Concorso giovanile, fra classica e rock, passione e studio, scuola e strumento

theXcellos
19 maggio 2018
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Martedì abbiamo riferito del Gran Prix ottenuto dal Coro Calicantus all’International Choral Festival a Cattolica, che ha confermato il coro locarnese come uno dei migliori in Europa. Oggi incontriamo Milo Ferrazzini, giovane violoncellista ticinese, che al recente Concorso giovanile svizzero a Zurigo ha vinto il primo premio in due categorie: solista ed ensemble con theXcellos (con lui Eleonora Antognini, Filippo Ferrazzini, Antonio Martignoni, Michele Martignoni, Sandro Meszaros, Dominic Paetsch, Leandro Pezzoli, Oliviero Sabbadini e Meli Yamashita). Risultati che gli sono valsi una borsa di studio della Fondazione Ruth e Ernst Burkhalter. Per altro la finale del Concorso, nelle diverse fasce d’età, ha visto premiati diversi ragazzi ticinesi, a conferma che un certo accurato lavoro di divulgazione della musica nella nostra regione sta producendo risultati rilevanti. Pochi giorni dopo Milo ha pure vinto l’audizione interna del Conservatorio, per cui la prossima estate suonerà come solista con l’Orchestra giovanile della Svizzera italiana.
A Zurigo, nella prova solistica ha eseguito musiche di Stravinskij e Paganini, mentre nella prova d’ensemble theXcellos hanno proposto una selezione di brani rock arrangiati dallo stesso Milo. Per altro, roba anche abbastanza dura... «Ho arrangiato ‘Thunderstruck’ degli Ac/Dc, ‘Smooth criminal’ di Michael Jackson e ‘Final Countdown’ degli Europe. Inoltre abbiamo eseguito la ‘Bachianas Brasileiras n.1’ di Villa-Lobos e il Requiem di David Popper».

Nella nostra cultura musica colta e pop vengono ancora percepite come mondi distinti: tu come ti avvicini al rock e alla classica?
Innanzitutto vorrei precisare un aspetto che spesso viene travisato: non è vero, se qualcuno lo pensasse, che a noi musicisti “classici” non piace la musica che non è classificata come colta. Anzi, io porrei l’accento, piuttosto, sul fatto che un brano, per piacere, deve rinnovarsi di continuo e non essere mai ripetitivo. Purtroppo la musica pop attuale sta andando un po’ in questa direzione: un’armonia semplicissima, ritmi basilari e facili da cantare. Bisogna però essere aperti ad ogni genere poiché capita che dal campo della musica pop-rock escano dei capolavori che vale la pena ascoltare. Un esempio sono proprio i brani che ho voluto arrangiare per l’ensemble theXcellos. Sin da subito mi sono sembrati adatti a un gruppo di giovani violoncellisti pieni di energia come il nostro. Non ci si può dunque focalizzare su un solo genere, un musicista dovrebbe avere una mente molto più aperta.

Quando ascolti musica per piacere in genere che cosa scegli? 
Solitamente prediligo la musica classica e quella da film, ma più in generale tutta quella che suscita in me emozioni, questo a mio parere è l’elemento più importante.

A parte il fatto che tuo padre è un violoncellista, che cosa ti ha sedotto in questo strumento?
Evidentemente il fattore del padre violoncellista ha giocato un ruolo determinante... In ogni caso mi affascinava la forma di questo strumento e soprattutto il suo timbro sonoro. In effetti il violoncello sprigiona un suono che ricorda molto la voce umana, ha infatti più o meno la stessa estensione e può essere suonato in modo dolce e affettuoso e subito dopo in modo rude e aggressivo. Mi piace molto la sua duttilità.

Quanto tempo dedichi ogni giorno alla musica?
Frequentando la sezione pre-College del Conservatorio della Svizzera italiana, dedico ogni sabato dalle 10 alle 20 alle lezioni teoriche – cioè ascolto, armonia o storia della musica – e alle prove con l’Orchestra giovanile della Svizzera italiana, nella quale sono primo violoncello. Inoltre il sabato ho solitamente anche prove di musica da camera. Per quanto riguarda le lezioni individuali con il maestro Yamashita, invece, vado a Lugano ogni giovedì sera. La parte più importante è, però, quella che dedico allo studio individuale, ossia almeno 2 ore al giorno. Ovviamente non è facile coniugare lo strumento e il Liceo a Mendrisio. Tuttavia, grazie anche al “programma talenti” promosso dal Decs, nei momenti più intensi, come è stato, per esempio, quello di preparazione alla finale del concorso svizzero, posso esentarmi senza problemi da alcune lezioni e dedicarmi ancor più allo studio del violoncello.

Quali scelte impone il desiderio di fare della musica una professione?
Sono ancora solo agli inizi di una possibile carriera da musicista, dunque le scelte con cui mi sono potuto confrontare non sono molte, tuttavia ricordo bene quando, all’inizio del Liceo, cominciando contemporaneamente il pre-College al Conservatorio, ho dovuto per forza abbandonare lo sport che praticavo. Sono dell’idea che, per poter davvero fare della musica la propria professione, si debba per forza porre lo strumento davanti a tutto il resto, dedicargli una grossa fetta del proprio tempo libero.

Dopo questo risultato e la borsa che hai ottenuto, come pensi di organizzare il tuo futuro?
Quest’estate parteciperò a una masterclass a Vaduz tenuta dal maestro Rafael Rosenfeld, docente al Conservatorio di Basilea, poi tenterò di essere ammesso a un altro corso con il solista Danjulo Ishizaka. A fine luglio sarò in tournée con l’Orchestra giovanile della Svizzera italiana, con la quale eseguirò le ‘Variazioni rococò’ di Chaikovskij. In calendario ho anche diversi concerti con l’ensemble theXcellos, il primo la sera del 9 giugno al Parco delle gole della Breggia nell’ambito di ‘Sentieri in Musica’.

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