Spettacoli

Un sindaco tira l'altro, per un Festival a vocazione regionale

L'8 marzo non ispira l'assemblea del Locarno Festival: fuori tre membri storici del consiglio d'amministrazione, sostituiti con tre sindaci del Locarnese… Il budget sfiora i 14 milioni.

8 marzo 2018
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D’accordo, il titolo è una provocazione, ma non del tutto gratuita. Del resto non si poteva scegliere giorno più insidioso per rinnovare il Consiglio d’amministrazione del Festival: l’8 marzo. Infatti, l’assemblea annuale svoltasi nel pomeriggio a Locarno si è animata sul finale, al momento di nominare i successori dei dimissionari Saverio Snider, Fabio Pedrazzini e Tiziana Mona (in ordine di militanza). Momento di suspence: il presidente ricorda l’esigenza d’aprirsi all’esterno.

Dunque? Eletti i tre sindaci di Ascona, Minusio e Muralto... Tiziana Mona non le ha mandate a dire: «Come, né una donna né qualcuno in contatto con il resto del Paese?!». Rolando Benedick, mister Leopard Club, ha aggiunto: «Attenzione, non scordate la Svizzera, fondamentale per sopravvivere». La promessa di Marco Solari si condensa in un «la prossima volta».

Per il resto, approvati i conti del 2017 (edizione record da 174 mila spettatori), in cui il budget ha sfiorato i 14 milioni. Il preventivo 2018 indica però 13 milioni: i tagli della Confederazione toccano pure Locarno, si tratta di tornare a risparmiare (e alimentare le riserve, ormai ai minimi). Ecco, nel momento in cui prosegue la sua fase d’espansione – da un anno gode di quattro giorni dedicati a Los Angeles, che lo qualificano in quanto «luogo di scoperta», come detto da Carlo Chatrian – la sfida del Festival è quella di consolidarsi e di rinnovarsi (pure nella comunicazione verso i giovani), di sorprendere ancora con le sue iniziative collaterali, ma tendendo a bada un budget che non può crescere all'infinito, anzi.

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