L'ammissione è arrivata dopo la valutazione di un esperto: 'Tramite parole e immagini è stata riprodotta una gerarchia razziale'
Il National Geographic ammette: "Per anni la nostra copertura dei fatti è stata razzista. Per superare il passato dobbiamo ammetterlo". Il mea culpa – riporta il New York Times – è arrivato mentre lo staff del magazine lavorava al numero di aprile dedicato alla razza: un tema che lo ha spinto a riflettere sui suoi 130 anni di storia. Per avere una valutazione più chiara e obiettiva il National Geographic si è affidato a John Edwin Mason, professore dell’Università della Virginia, e il giudizio è stato chiaro, non ha lasciato adito ad alcun dubbio. "Durante la maggior parte della sua storia il National Geographic, in parole e immagini, ha riprodotto una gerarchia razziale in cui i neri erano in basso e i bianchi in alto", afferma Mason con il New York Times. Il risultato del suo esame non è stato contestato dagli editori, che anzi hanno dato rilievo alle sue conclusioni. L’obiettivo dell’operazione trasparenza è la speranza che ammettendo la verità sugli errori commessi possa aumentare la credibilità del magazine.