Luganese

Varese, rapito nove anni fa, ora è implicato in una truffa da sei milioni di euro

16 ottobre 2017
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C’è anche Riccardo Cornacchia, 52enne broker varesino, noto a Lugano perché rapito nove anni fa, fra i sei imputati per i quali il pm Annalisa Palomba, della Procura di Varese ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa, falso, appropriazione indebita e esercizio abusivo di attività finanziaria. Sono 44 i capi di accusa nei confronti di due presunti organizzatori dell truffa da sei milioni di euro, delle rispettive ex mogli e due complici. La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata davanti al gup Vito Piglionica del Tribunale di Varese, per una vicenda iniziata nel 2008 ed emersa nell’aprile 2016, dopo l’indagine del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza varesina. Stando all’accusa, i promotori della truffa con false promesse di investimenti e guadagni sicuri, da decine di clienti, alcuni amici di famiglia, si sono fatti affidare sei milioni di euro, svaniti nel nulla. L’udienza preliminare è stata aggiornata all’8 e 22 novembre.

Il nome di Riccardo Cornacchia balzò agli onori della cronaca nell’aprile 2008 quando fu vittima di un sequestro lampo: prelevato sotto casa a Varese da due finti carabinieri, fu liberato in serata, dopo che ad Agno era stato pagato un riscatto di 50 mila euro. Il broker, titolare di una finanziaria a Lugano, la Simis, era stato rilasciato a Cernobbio, dopo l’arresto a Brogeda dei due complici che ritirarono i soldi del riscatto. Il vero obiettivo del sequestro lampo di Cornacchia era quello di avere informazioni sui proprietari della banca online con sede alle isole Comorre, blindata dalla magistratura di Lugano, dopo la sparizione di due milioni di euro che clienti indiani avevano affidato a Cornacchia.

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