Impact Journalism

Un secondo giro di ruota

Le vecchie gomme vengono triturate
7 gennaio 2015
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di Veronique Abou Ghazaleh /  Al Hayat, Libano

In diverse regioni del Libano bruciare gli pneumatici è ormai parte integrante della cultura locale. Gesto di rabbia e di protesta durante le manifestazioni e gli scioperi, è anche considerato l’unica soluzione possibile per eliminare le grandi quantità di gomme usate che ingombrano il territorio. Incenerire i copertoni costituisce però un crimine dal punto di vista ambientale, a causa del CO2 immesso nell’atmosfera al momento della combustione. Alcuni comuni libanesi scelgono allora di abbandonarli tra le montagne di rifiuti delle discariche, incuranti del fatto che i componenti della gomma siano tra i più resistenti agli agenti esterni e che il tempo di decomposizione di uno pneumatico sia nell’ordine delle centinaia di anni. Il Libano non è l’unico Paese a vivere questo dilemma. Il problema è globale e particolarmente acuto nei Paesi in via di sviluppo, dove lo smaltimento sicuro delle gomme usate è una pratica assai poco diffusa. Ma nella cittadina libanese di Toula, nel sud del Libano, è nato un progetto che lascia sperare. Si chiama Al-Oula ed è un impianto di riciclaggio di pneumatici usati, fondato e gestito da tre giovani imprenditori pieni di creatività e senso di responsabilità ambientale: Ali Issa, Oula Issa e Ahmad Shamseddine.

Al-Oula è nato nel 2011, quando i tre imprenditori hanno deciso di applicare agli pneumatici il know-how familiare nella trasformazione della gomma in articoli di vario genere rivenduti poi ai negozi locali, trovando così una soluzione di smaltimento alternativa all’accumulo e alla combustione: gli pneumatici vengono triturati e trasformati in polvere, quindi in pannelli per la pavimentazione di viali, aree gioco, palestre e scuole materne. Dopo un primo anno di rodaggio, in cui la start-up si è avvalsa dei fondi del programma Kafalat per importare i macchinari necessari al riciclaggio e finanziare il proprio progetto, Al-Oula opera ormai con successo senza alcuna sovvenzione statale. L’impianto risponde a due esigenze essenziali in Libano: libera gommisti e comuni dall’ingombro degli pneumatici danneggiati e fornisce pavimentazioni antitrauma a diverse strutture, riducendo il fabbisogno di importazione di questi materiali dalla Cina. E non è tutto. Grazie a un livello di qualità e di prezzo che la rende concorrenziale rispetto ai produttori cinesi, l’azienda ha anche iniziato ad esportare i propri pannelli nei Paesi limitrofi, principalmente in Giordania.

In un’intervista al giornale ‘Al-Hayat’, Ali Issa ha spiegato che il progetto è nato dal desiderio di risolvere il problema della combustione degli pneumatici ed eliminare le sue ripercussioni ambientali. Al-Oula è un’azienda unica nel suo genere in Libano e nei Paesi circostanti. Prima di lanciare il progetto, i tre soci hanno studiato la domanda di pannelli antitrauma con garanzia a dieci anni, scoprendo che questo tipo di pavimentazione veniva importata a prezzi molto più alti rispetto a quelli che Al-Oula riesce ad offrire oggi ai suoi clienti. Una volta acquisite le macchine trituratrici, gli imprenditori hanno contattato vari comuni, tra cui quello di Saida, nei pressi di Toula, per assicurare all’impianto l’approvvigionamento di pneumatici usati. Oggi Al-Oula è in grado di triturare 200 pneumatici in 5 ore. La polvere di gomma viene venduta all’ingrosso senza essere processata oppure impiegata per la realizzazione di pannelli compressi di varie forme e dimensioni, usati per la pavimentazione di superfici di diverso genere. Gli ordini provenienti da numerose regioni del Libano, nonché dai Paesi limitrofi, dimostrano un interesse elevato nei confronti di questi pannelli ecologici, resistenti ad agenti atmosferici quali il calore e la pioggia e sicuri per chi vi cammina, dunque particolarmente adatti alla pavimentazione di ambienti destinati ai bambini. Ali Issa ha accennato alla riduzione del numero di pneumatici provenienti dai comuni, in particolare da Saida. Una situazione problematica per l’azienda, ma positiva per l’ambiente, poiché conferma che il problema degli pneumatici in esubero dispone effettivamente di una soluzione a lungo termine. Per far fronte alla penuria di gomma ed evitare la dipendenza da una fonte di approvvigionamento affievolita, l’imprenditore ha avuto l’idea di raccogliere pneumatici in altre regioni del Paese, ottenendo così il duplice vantaggio di espandere il business di Al-Oula e ridurre l’onere dello smaltimento delle gomme nelle aree di competenza di nuovi comuni. Appositi veicoli aziendali percorrono ora il Paese e riversano nell’impianto di Toula grandi quantità di pneumatici pronti ad essere polverizzati e reimpiegati in diversi contesti.

L’impianto di Al-Oula è ormai pienamente autonomo e cresce grazie all’impegno dei suoi soci e all’aiuto di dipendenti locali che hanno trovato nelle gomme una nuova fonte di sostentamento e una via d’uscita al problema della disoccupazione e della migrazione verso la capitale. Malgrado il suo impegno a vari livelli, l’azienda non beneficia tuttavia di alcun sostegno pubblico, fatto salvo l’appoggio morale, che non si rivela però concretamente utile per trasformare il sito in una fabbrica-modello.

Gli ideatori del progetto non si lasciano scoraggiare e promettono ulteriori sviluppi per Al-Oula. In proposito, Issa ha parlato di investimenti in corso per la realizzazione di un macchinario in grado di produrre pannelli di grandi dimensioni, che verrebbe ad affiancare l’attuale dotazione di macchinari per pannelli di taglia piccola e media. Produrre panelli più grandi permetterebbe in effetti all’azienda di operare su progetti di maggiori dimensioni e fornire pavimenti antitrauma per la copertura di superfici più ampie. Durante la nostra visita all’impianto, abbiamo constatato che i lavori per la costruzione del macchinario erano già in corso, a riprova della capacità della nuova generazione libanese di fare la differenza anche con disponibilità finanziarie limitate.

Gli imprenditori stanno inoltre lavorando a una nuova idea: riutilizzare i rivestimenti in lino presenti all’interno degli pneumatici, attualmente rimossi e accantonati prima della triturazione. Sensibili alle problematiche ambientali, i tre soci non intendono infatti gettar via la grande quantità di lino accumulatasi sul sito durante tutto il suo periodo di attività e stanno elaborando un nuovo sistema di riciclaggio per trasformare il tessuto in pannelli destinati alla decorazione. Il progetto è ancora in fase di studio, ma si fonda sull’assunto ormai appurato che ogni componente può essere riciclato senza danni per l’ambiente.

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