Svizzera

Uccisione in moschea, parlamentare Udc condannato per commenti sui social

17 agosto 2017
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Il Tribunale distrettuale di Sion ha condannato il consigliere nazionale Jean-Luc Addor (Udc) per discriminazione razziale. Gli è stata inflitta una pena pecuniaria sospesa condizionalmente per commenti da lui pubblicati sui social network dopo l’uccisione di uno svizzero di origine kosovara, avvenuta nell’agosto 2014 in una moschea di San Gallo (da parte di un serbo pure di origini kosovare). Scrivendo "On en redemande" ("ne vogliamo ancora!") il 22 agosto 2014 su Twitter e Facebook, quand’era ancora deputato nel Gran consiglio vallesano, Addor ha infranto la norma penale contro la discriminazione razziale, indica il Tribunale in un comunicato odierno ripreso dall'Ats.

I giudici hanno condannato il democentrista a 60 aliquote giornaliere di 300 franchi l’una, sospese per due anni. Durante il processo svoltosi il 23 maggio scorso, il Procuratore generale aggiunto Jean-Pierre Gretter aveva chiesto 75 aliquote, anch’esse sospese per due anni. Marc Bonnant, il legale del parlamentare, aveva tentato di dimostrare ai giudici che il suo assistito aveva voluto fare per ironia una "antifrasi", una figura retorica che consiste nell’esprimersi con termini di significato opposto a ciò che si pensa. Per il Tribunale, invece, "il lettore medio non accorto non poteva ravvisare nel tweet in causa una qualsiasi ironia". I commenti di Addor "hanno dato l’impressione che a causa della loro appartenenza religiosa, i membri della comunità musulmana sono persone la cui vita ha meno valore". Il "messaggio discriminatorio era obiettivamente suscettibile di creare, rafforzare o sostenere un atteggiamento ostile nei riguardi della comunità musulmana", sentenzia il Tribunale.

Per l’avvocato Bonnant, che durante il processo aveva chiesto il proscioglimento del consigliere nazionale, la decisione del Tribunale di Sion dimostra invece che "l’islam radicale strumentalizza la giustizia svizzera" e che "i giudici di Sion applicano involontariamente la sharia, vietando le critiche nei riguardi dell’islam". Il legale non si è pronunciato sull’eventuale inoltro di un ricorso.

Ex giudice istruttore, membro dell’ordine degli avvocati vallesani, all’epoca dei messaggi Addor era deputato nel Gran Consiglio vallesano e figurava fra i possibili candidati del partito per il Consiglio nazionale. Il democentrista era stato denunciato dal Consiglio centrale islamico della Svizzera (Ccis), ma la discriminazione razziale è un’infrazione perseguita d’ufficio. (Ats)

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