Società

Trump contro Microsoft: una questione di privacy digitale

Trump
2 luglio 2017
|

L’amministrazione Trump ha chiesto l’intervento della Corte Suprema nella battaglia legale in corso contro Microsoft sull’accesso a email archiviate all’estero. Il ricorso risale al mese scorso e rientra in una vasta disputa che vede il governo contrapposto ad alcune società in tema di privacy digitale, con le autorità che sostengono la necessità di accesso ad informazioni nell’ambito della lotta al crimine.

Finora hanno però trovato davanti un muro: secondo esperti, infatti, le società interessate hanno potuto respingere tali sfide con maggiore determinazione in particolare dopo le informazioni diffuse che hanno svelato i programmi di sorveglianza utilizzati dall’intelligence americana.

In questa specifica circostanza il caso fa capo ad una richiesta di un giudice considerata dapprima di routine: su sollecitazione di agenti federali un giudice aveva emesso un mandato per ottenere accesso ad un account email Microsoft che si sospettava fosse legato ad un traffico di droga. La risposta della Microsoft è stata però un fermo no, forte del fatto che le email facevano capo ad un server di base in Irlanda, quindi non soggetto a quel tipo di mandato. Una interpretazione confermata anche in appello.

Da qui la mossa del governo di ricorrere alla Corte Suprema come passo successivo. E con la motivazione che la decisione di negare l’accesso alle informazioni danneggia "centinaia di migliaia di inchieste, che vanno da casi di terrorismo, a pedo pornografia, a frodi". Sottolineando quindi che, anche se le mail d’interesse per gli inquirenti "risiedono" in server di base all’estero, la Microsoft, e in particolare la casa madre negli Usa, ha tutti gli strumenti per accedervi rapidamente. Di fatto con un click.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔