Lodrino

Truffa Spazio & Salute, prosciolta una paziente

17 gennaio 2017
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Il presidente della Pretura penale, giudice Marco Kraushaar, ha prosciolto oggi dal reato di truffa ripetuta una ex paziente dello Spazio & Salute di Lodrino, struttura finita al centro di una maxi inchiesta penale per una frode da 760mila franchi commessa fra il 2003 e il 2011 ai danni di una decina di casse malati.

La titolare 69enne, di formazione infermiera, lo scorso 22 giugno era stata condannata dal Tribunale penale cantonale a due anni di detenzione sospesi con la condizionale. I reati commessi: ripetuta truffa qualificata per mestiere e ripetuta falsità in documenti. Il sistema, che ha visto coinvolti circa 150 clienti/pazienti, consisteva nel fatturare alle assicurazioni malattia trattamenti di medicina riconosciuti dalla copertura complementare (come riflessologia, linfodrenaggio e massaggi medicali) al posto dei vari trattamenti estetici realmente effettuati.

La procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, assente oggi in Pretura penale, aveva emesso 17 decreti d’abbandono e 146 decreti d’accusa nei confronti di clienti: tra questi, 114 sono nel frattempo cresciuti in giudicato, mentre 32 sono stati impugnati dinanzi alla Pretura penale. Uno di questi (pena pecuniaria di 1’680 franchi) era indirizzato a una paziente, patrocinata dall’avvocato Paolo Tamagni, ora prosciolta perché è risultato che il tipo di massaggio e linfodrenaggio cui si era sottoposta per circa 8mila franchi, serviva realmente ad aiutarla a gestire le conseguenze di un grave incidente della circolazione che le aveva causato un politrauma cranico.

Problema nel problema: confrontata con l’inchiesta, la cassa malati aveva revocato la copertura complementare alla paziente, esigendo il pagamento delle fatture. Per evitare altri grattacapi, lei le aveva saldate di tasca propria. Ma ora, forte della sentenza di assoluzione, potrebbe farsi avanti per riottenere dall’assicurazione il reintegro nella copertura complementare e la restituzione di quanto versato. Nell’arringa l’avvocato Tamagni ha contestato l’agire sia della procuratrice per non aver approfondito lo stato di salute della paziente, sia della cassa malati che era in possesso dei referti medici relativi alle cure resesi necessarie dopo l’incidente.

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