Impact Journalism

Troppe pillole in quest'acqua

I residui di medicamenti possono intaccare la vita di fauna e flora
20 giugno 2015
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di Eric Renette, Le Soir, Belgio

Che effetto hanno i residui di Prozac o di Viagra sul comportamento sessuale delle trote nei fiumi della Vallonia? Posta così, la domanda assume risvolti pratici piuttosto improbabili. Tuttavia tracce di aspirina nelle acque di superficie non assicurano certamente un miglioramento della salute né dei pesci né tanto meno dell’ambiente in generale. Trasformati in rimasugli chimici tra tanti altri, i residui di medicinali sono potenzialmente tanto nocivi quanto i veleni e le malattie contro cui sono stati creati. 

Tradizionalmente l’analisi delle acque di superficie è mirata al reperimento di sostanze nocive per l’uomo (metalli pesanti, pesticidi) e per la natura (flora e fauna). I residui di medicinali sono stati individuati in concentrazioni infime, inoffensive per l’uomo ma non per l’ambiente. Ne sono stati identificati oltre 80 tipi provenienti dalle deiezioni umane e animali, dalle acque utilizzate negli ospedali o nell’industria farmaceutica.

Si è pure scoperto che gli estrogeni, provenienti da alcuni tipi di contraccettivi, possono avere un effetto demascolinizzante o femminizzante su alcuni tipi di pesci maschio. Un antinfiammatorio (diclofenac) utilizzato per il bestiame è stato collegato alla sparizione dell’avvoltoio Pakistanais. Su queste premesse nasce il progetto Medix che ha come scopo di depurare le acque dai residui di medicinali. La Balteau (azienda del gruppo Cmi) ha ricevuto sovvenzioni per 1,1 milioni di euro e 30 mesi di tempo per mettere a punto delle unità di trattamento destinate agli ospedali, all’industria e ai laboratori farmaceutici. Un progetto “talmente sensibile e concorrenziale” che l’azienda rifiuta di rivelare tutti i dettagli. Nemmeno sotto influenza del Prozac...

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