Auto e moto

Toyota Hilux

Un deserto. E un veicolo che non ne ha paura
27 ottobre 2016
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Il pick-up di Toyota è quasi leggendario. Per la sua longevità, la sua indistrut­tibilità e per la sua diffusione. 
L’abbiamo messo alla prova in un terreno molto particolare.
 

Di prove estreme ne abbiamo fatte tante, ma mai con una regolarità e insistenza come con le fuoristrada di Toyota. Prima con la Land Cruiser ci siamo diretti ai confini del mondo (in Islanda) mettendola alla prova a ridosso della stagione invernale, ora al secondo round ci siamo trovati in mezzo al nulla (in Namibia) con la nuova Hilux. Ma come mai proprio in Namibia? Innanzitutto perché qui la Hilux è ciò che per noi è la Golf: l’auto più venduta in assoluto, con oltre il 20% della quota di mercato. Quota di mercato che la Hilux ha anche in Svizzera, ma “solo” tra i pick-up. Infatti da queste parti se ne incontrano talmente tante che la produzione per il continente africano e per l’Europa avviene proprio in Sudafrica. Dopo appena pochi chilometri di viaggio mi trovo ad un bivio con l’indicazione per “Steinhausen” mentre alla radio parla una speaker tedesca che a orecchio proviene dall’Assia. Segni della colonizzazione teutonica avvenuta in tempi passati, tanto che ancora oggi l’1% della popolazione (nonché 1/3 dei bianchi) parla ancora la lingua di Goethe. Nonostante ciò di civilizzato ed europeo sul nostro percorso abbiamo trovato ben poco: le strade asfaltate non hanno che rappresentato il 10% del nostro tempo di viaggio, cosicché la rotta verso la località omonima di un quartiere di Zugo ha ben presto lasciato spazio a ghiaia, impervie mulattiere sulle pendici montuose e dune sabbiose. Ad accompagnarci in questo viaggio come detto alcune Toyota Hilux, fresche fresche di produzione, nella sua ottava generazione. Un pick-up che oltre a conservare le sue innate qualità e particolarità quale veicolo da lavoro compie un notevole salto generazionale integrando contenuti tecnici che la rendono ora appetibile anche a chi desidera impiegarlo quale vettura dall’uso quotidiano. A velocità autostradali da codice colpisce per la silenziosità, e percorrendo sui 100 all’ora le prime strade ghiaiose sorprende il comfort che riesce a garantire su superfici non proprio levigate.
Presa la distanza con chi ci precede per non guidare “alla cieca” nella nube di polvere che solleva di fronte a noi, procediamo per ore scanditi solo dalla quantità di sassi che gli altri utenti della “strada” che avanzano in senso inverso ci proiettano sul parabrezza. Sulle lunghe distanze, pur con i limiti di un pick-up, il nuovo Hilux non è un cattivo compagno di viaggio. Nell’allestimento più ricco vi sono interni in pelle, un moderno sistema multimediale simile ad un tablet e pure qualche dispositivo di sicurezza attivo. Certo: nonostante l’aspetto accattivante della strumentazione e della plancia i materiali “di base” restano sempre quelli di un veicolo commerciale, ma il processo di imborghesimento è riuscito e ben visibile anche all’esterno, in cui il frontale riprende lo stile che Toyota ha conferito ai suoi veicoli più stradali.
Finalmente all’orizzonte, dopo un bel po’ di distese ghiaiose piuttosto monotone, si profila un insieme di montagne sulla quale potersi avventurare. E allora selezioniamo la trazione integrale, innestiamo i rapporti ridotti quando necessario e la Hilux dimostra di non aver smarrito la sua natura. Il percorso si snoda su mulattiere, scalini rocciosi e fossi: nonostante qualche graffio che la vegetazione ai lati cerca di infierirle, lei arriva in cima, orgogliosa e instancabile. Ne abbiamo affrontati parecchi di percorsi simili, su e giù per le montagne più impervie della Namibia,  accompagnati per così dire solo da antilopi, zebre e altri animali selvatici che altrimenti vedresti solo in un documentario alla Tv, finendo per attraversare poi il deserto più vecchio dell’Africa per un’ultima sfida: guidare tra le dune.
Toyota, concludendo, è pienamente riuscita nel suo scopo di rendere l’Hilux non più un semplice mezzo di lavoro, ma anche un veicolo fruibile quotidianamente. Merito di un telaio a longheroni a traverse completamente nuovo e con una rigidità torsionale maggiore del 20%, di un asse posteriore con molle a balestra e ammortizzatori sviluppati per armonizzare l’articolazione degli assi di un veicolo fuoristrada con il comfort e la stabilità di guida di un Suv, di un motore turbodiesel molto gradevole e silenzioso. Un veicolo quindi che oltre a poter rimorchiare fino a 3,5 tonnellate di carico frenato non crea drammi se dovete affrontare un viaggio autostradale di un paio di centinaia di chilometri.

Scheda tecnica

Motore4 cilindri, 2,4 litri, turbodiesel
Potenza e coppia150 cv, 450 Nm
TrazioneIntegrale (inseribile)
CambioManuale o 
automatico (6 rapporti)
ConsumiA partire da 7,2 l/100 km
PrezzoDa 25’100 Chf
Ideale perChi vuole un pick-up vero utilizzabile tutti i giorni 
Si distingue perEssersi imborghesita al punto giusto

 

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