Commento

Tassiamo anche chi è obeso?

16 febbraio 2017
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Chi causa più costi, è chiamato alla cassa: da gennaio questa è la nuova filosofia della Società elettrica sopracenerina (Ses). Riguarda soprattutto periferie e valli. La novità è una tassa extra da 264 franchi all’anno nella bolletta per 2’500 residenze secondarie discoste e fuori dalle zone edificabili: generano più costi (dice la Ses) e vanno tassate maggiormente (ne parliamo a pagina 2). Per ora quella della Sopracenerina è una via solitaria. Ma in un cantone dove tutti o quasi hanno un rustico di vacanza, si può immaginare l’impatto di una tale decisione, se altre Aziende elettriche seguiranno la via imboccata dalla Ses. Avere un rustico su un alpe o tra due paesini, non era un lusso nel 2016. Ma lo sta diventando nel 2017. Ora c’è una tassa nuova con cui fare i conti. Non perché amplieranno la rete verso nuove e impervie vette, ma di regola per mantenere quella che c’è da decenni. A pagare sono alcuni clienti. Ma per anni, se non per decenni, i Comuni hanno tollerato centinaia di rustici, ubicati qua e là, fuori zona edificabile. E la Sopracenerina li ha collegati alla rete elettrica. Quello che ieri era normale, oggi è diventato un lusso da tassare. Basta poco, una norma che cambia, ed è fatta. Seguendo questo principio di causalità, ci chiediamo, quanto ci vorrà prima che l’ambulanza, il postino o l’autopostale faranno pagare tasse extra per arrampicarsi lassù fino a Campello, Olivone o Broglio, dove vivono (in fondo) poche anime? Se il metro è sempre e solo quello dei soldi, in futuro, per avere un servizio pubblico decente dovremmo ammassarci tutti nei centri cittadini? Vivere in periferia sarà un lusso per pochi? Purtroppo la deriva è già in atto, lo vediamo di anno in anno, ad esempio con le chiusure degli uffici postali nelle zone più discoste: chi non rende scompare. Ora sappiamo che in campo elettrico chi genera più costi, può pagare di più. Forse qualcuno rinuncerà alla corrente e nei rustici si accenderanno le candele! Ma proviamo ora a traslare questa filosofia, che privilegia il soldo alla solidarietà, ad altri settori. Ad esempio, a quello della salute: chi fuma, chi è ammalato di cancro, dovrà pagare premi di cassa malati più elevati? Sono categorie che causano più costi alla collettività, tassiamo anche loro? Lo facciamo per la corrente elettrica, perché non farlo per la salute? A chi è obeso facciamo pagare un extra per salire sul bus, perché occupa più spazio? E la lista potrebbe continuare. Il Dio denaro sta fagocitando, pezzo dopo pezzo, un servizio pubblico che era capillare, accessibile a tutti a un prezzo accettabile e solidale. Che sia posta, ferrovia, sanità o corrente elettrica quello che era acquisito può diventare, da un giorno all’altro, un lusso da pagare extra. Spesso con la complicità della politica. 

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