Estero

Sudafrica, Pistorius partecipa a una rissa in prigione: ora rischia un regime carcerario più duro

12 dicembre 2017
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Oscar Pistorius ha preso parte a una rissa scoppiata in carcere. E ora l’ex campione paralimpico sudafricano, che sta scontando una condanna a 13 anni di carcere per l’omicidio della sua fidanzata, Reeva Steenkamp, rischia di perdere i suoi privilegi e di essere trasferito in una prigione di massima sicurezza, dove subirebbe un regime carcerario molto più duro. Secondo i media, ’Blade Runner’ sarebbe stato all’origine della rissa, scoppiata durante una lunga fila dei detenuti per il telefono: qualcuno avrebbe perso la pazienza perché Pistorius prolungava troppo la sua conversazione telefonica.

L’episodio risale al 6 dicembre, nella struttura correttiva di Atteridgeville, vicino a Pretoria. "Oscar Pistorius ha riportato un livido dopo un alterco con un altro detenuto per l’uso del telefono pubblico nel centro speciale dove entrambi sono detenuti", ha spiegato un portavoce del carcere, Singabakho Nxumalo. Pistorius è stato sottoposto a visita medica e ora è in corso un’indagine sull’incidente. L’ex paratleta, che da bambino ha subito l’amputazione di entrambe le gambe dal ginocchio in giù, è in un centro di detenzione per persone con disabilità e bisognose di cure. Se fosse appurato che la colluttazione è stata iniziata da lui, Pistorius potrebbe essere trasferito nel carcere di massima sicurezza di Kgosi Mampuru II, dove ha trascorso il suo primo anno dietro le sbarre. E il regime nel carcere di massima sicurezza potrebbe essere per lui più duro.

Pistorius sta scontando una pena di 13 anni e cinque mesi e non potrà godere della condizionale prima del 2023, quando ne avrà scontato la metà. La condanna, di cinque anni in primo grado nel 2014, aumentata a sei in appello nel 2016, ha raggiunto quota 13 il mese scorso dalla Corte Suprema di Bloemfontein su ricorso della pubblica accusa, che giudicava ’troppo clemente’ la condanna originaria. In primo grado l’omicidio di Reeva la notte di San Valentino del 2013, che sconvolse il mondo intero, fu derubricato a ’colposo’. Era cioè stata accolta la tesi della difesa che Pistorius – che non ha mai negato l’omicidio della sua fidanzata – avesse sparato nel pieno della notte in preda al panico, pensando che vi si nascondesse un rapinatore. In secondo grado l’omicidio divenne ’volontario’, in quanto fu stabilito, rispetto al primo grado, che sparando quattro colpi attraverso una porta chiusa di un locale angusto come il bagno adiacente alla camera da letto non poteva non sapere che avrebbe ucciso, chiunque ci fosse dietro la porta. 

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