L'editoriale

Sogno o son desto?

20 dicembre 2014
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Due considerazioni su questa impegnativa settimana di lavori parlamentari. Iniziamo dal peggio per concludere con alcune note positive. Il peggio lo abbiamo visto quando un consigliere di Stato ha acceso la miccia della polemichetta, scoppiata poi il giorno seguente come un anticipato botto di Carnevale, nel momento in cui alcuni parlamentari (che già che c’erano si sono lasciati andare a battutacce) hanno dato un’ulteriore dimostrazione di come si possa svilire l’immagine della carica da loro rappresentata. E questo proprio nell’aula parlamentare, luogo principe del dibattito democratico. Doppio il danno: alla loro credibilità personale e a quello dell’istituzione. Insomma: se anche un politico, persino nell’esercizio delle sue funzioni, può perdere l’autocontrollo, rivolgendo apprezzamenti a chi siede fra il pubblico e in aula, o a un collega stoccate che scadono nel personale, allora tutto è stato sdoganato, tutto è ormai possibile. Chi rappresenta le istituzioni dovrebbe invece fare in modo che rimangano credibili, perché vi accedono i migliori... Auspicabile sarebbe avere sul piedistallo istituzionale politici autorevoli, capaci di essere apprezzati per le loro competenze e in grado di mantenere un certo distacco dalle cose minute e anche dalle provocazioni. Persone che mai dovrebbero lasciarsi coinvolgere in una bagarre, perché sanno benissimo che l’autorevolezza, ovvero il rispetto e la credibilità delle istituzioni, passa, come detto, proprio da loro. Insomma, oltre che capacità di lavoro, aplomb e nervi saldi. Ci chiediamo quindi cosa stia succedendo fra le mura delle Orsoline, visto che le uscite fuori luogo le hanno questa volta compiute rappresentanti di partiti diversi. Stiamo forse inaugurando una nuova (triste) stagione, ispirandoci a quanto di peggio succede nella vicina Repubblica?
Giriamo pagina e passiamo alle note positive. Per molti potrà sembrare una coincidenza, ma coincidenza non è. Sempre in settimana, anche passando dal parlamento e dal governo, abbiamo preso atto di diverse decisioni e segnali che vanno fortunatamente tutti nella medesima direzione: la preoccupazione dei cittadini che chiedono maggior cura del territorio. Dalla riuscita delle due iniziative gemelle (per la difesa delle zone verdi e dei beni culturali), alla benedizione da parte del Gran Consiglio del Parco del Piano di Magadino (vero polmone verde del cantone), dal recupero del comparto Valera alla riuscita (sempre vitale in particolare per il Mendrisiotto) del referendum contro il raddoppio del Gottardo. Segnali tangibili di un’accresciuta preoccupazione da parte dell’opinione pubblica per il mantenimento di un territorio vivibile e a misura d’uomo. Segnali rivolti spesso e volentieri alla politica da gruppi di cittadini che non si sentono rappresentati a sufficienza da questo o da quel partito, perché impegnato su altri fronti o poco credibile. Segnali che, se qualcuno fosse oggi in grado di intercettare in modo più sistematico e coraggioso – magari impegnando le proprie forze nel risolvere i problemi, anziché nel litigare –, viste le crescenti emergenze e preoccupazioni, si assicurerebbe di certo un buon seguito. Qual era già la celebre frase di Martin Luther King? Ah già: ‘I have a dream’. Io ho un sogno.

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