Svizzera

Società di sicurezza, una trentina hanno operato anche all'estero

Società attive anche nella sicurezza delle ambasc
19 marzo 2017
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Una trentina di società di sicurezza private svizzere sono state impegnate in compiti all’estero circa 400 volte nell’ultimo anno e mezzo. Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha confermato le cifre diffuse oggi dalla 'SonntagsZeitung'.

Circa la metà degli impieghi riguardano la protezione di persone, merci o edifici. Le attività informative, svolte da investigatori, rappresentano un terzo dei mandati svolti all’estero. Un quinto riguarda la formazione di forze di sicurezza o la messa in funzione e la manutenzione di armamenti.

Dal settembre 2015, data dell’entrata in vigore della legge federale sulle prestazioni di sicurezza private fornite all’estero (Lpsp) e della relativa ordinanza, le imprese che vogliono operare in questo settore oltre i confini nazionali devono dichiararlo preventivamente alla Direzione politica del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). Anche la protezione di persone e la custodia di beni e immobili, se avvengono in luoghi o situazioni delicati, nonché i controlli di persone e la custodia di detenuti sottostanno all’obbligo di annuncio.

È il Dipartimento a decidere se l'impiego è conforme alla legge

La Direzione politica del Dfae decide entro 14 giorni se l’attività dichiarata richiede l’avvio di una procedura di esame e la vieta se risulta contraria agli obiettivi specificati nella legge che proibisce la fornitura di servizi mercenari all’estero. Il Dfae può ispezionare senza preavviso i locali commerciali dell’impresa e prendere visione di documenti. Le violazioni della legge sono punite con una pena detentiva fino a tre anni o con una pena pecuniaria

In sette casi è stata avviata una procedura di esame: in tre casi è stata poi concessa un’autorizzazione, in due casi la società ha rinunciato all’impiego all’estero, un caso è ancora pendente e in un caso il Dfae ha vietato l’attività per possibili violazioni dei diritti umani. La società in questione intendeva sviluppare le forze locali e fornire appoggio logistico. Il Dfae non fornisce il nome per questioni di protezione dei dati.

Anche la Confederazione fa ricorso a società di sicurezza private per proteggere le rappresentanze diplomatiche all’estero. Annualmente vengono spesi circa 7 milioni di franchi a questo scopo.

 

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