Biasca

Smb Biasca: due gruppi (Italia e Francia-Germania) interessati all'acquisto

23 giugno 2017
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La proposta di Piano sociale elaborata dai sindacati Ocst e Unia è stata accolta positivamente dai 41 dipendenti della Smb di Biasca riuniti in assemblea nel primo pomeriggio di oggi. Il piano, ricordiamo, si è reso necessario a seguito del licenziamento in blocco deciso dal fondo d'investimenti zurighese Zurmont Madison, sin dal 2008 proprietario dell’azienda che produce pezzi forgiati di grandi dimensioni, da due anni alle prese con importanti problemi di competitività internazionale a causa del cambio franco/euro sfavorevole all'esportazione. Al termine dell'incontro i due sindacati sono stati incaricati di sottoporre il Piano sociale alla Direzione. Un primo incontro è in agenda mercoledì prossimo.

Direzione disposta a valutare

Interpellata dalla 'Regione', la Direzione si dichiara ben disposta a entrare in materia. Il tutto – dichiara il Ceo Alessandro Del Re – dovrà considerare la riattivazione in grande stile della produzione avvenuta dopo l'annuncio della chiusura, lo scorso aprile, che ha spinto diversi clienti a sollecitare la produzione di pezzi per rimpolpare i loro stock. Questo – annota Del Re – non significa che la Smb abbia un futuro: «Il quadro purtroppo è chiaro, non siamo più competitivi rispetto alla concorrenza estera che beneficia di costi di produzione assai più bassi». A ogni modo, le entrate eccezionali previste con il lavoro extra potrebbero agevolare un accordo sul Piano sociale, che prevede bonus in base all'età e all'anzianità di servizio. Intanto la produzione proseguirà di sicuro sino a fine ottobre, mentre le ultime consegne dovrebbero avvenire in novembre. Tuttavia un certo ritardo registrato negli ultimi tempi dall'industria metallurgica nel fornire la materia prima, potrebbe procrastinare di qualche settimana la fine della produzione.

I due gruppi: uno franco-tedesco e uno italiano. E dalla Russia...

Ma lo scenario potrebbe anche cambiare radicalmente. «Infatti – annota Del Re – se da una parte siamo stati contattati da alcuni gruppi interessati a rilevare macchinari e clientela, dall'altra un paio di gruppi internazionali hanno lanciato segnali riguardo alla possibilità di proseguire l'attività nello stabilimento di Biasca, senza delocalizzare». Si tratta di un gruppo italiano e di uno franco-tedesco, mentre un terzo attivo in Russia ha ipotizzato l'immissione di capitali. Per i due gruppi si tratterebbe di rilevare la fabbrica riassumendo l'attuale personale produttivo ma non, in parte o del tutto, i quadri e la direzione aziendale, facendo capo al loro management. La gestione 'da fuori' dello stabilimento risulterebbe infatti meno oneroso di oggi.

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