Confine

Si sceglie la Svizzera per motivi professionali (ma un terzo degli immigrati si sente discriminato)

(Pablo Gianinazzi)
24 luglio 2017
|

L’immigrazione in Svizzera è dovuta principalmente a ragioni professionali, stando ai risultati preliminari di uno studio condotto dal Polo nazionale di ricerca "NCCR – On the Move". Il 70% dei migranti ritiene che la sua situazione lavorativa sia migliorata. I ricercatori dell’Università di Ginevra (UNIGE) hanno interrogato alla fine dello scorso anno 6’000 persone giunte in Svizzera dal 2006 in poi, ha indicato all’ats Philippe Wanner, vicedirettore del NCCR On the Move, confermando un’informazione pubblicata dal Blick. Gli intervistati provengono da 11 regioni o Paesi: Germania, Austria, Francia, Italia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, America del Nord, Sudamerica, India e Africa occidentale. I due terzi affermano di essersi trasferiti per ragioni professionali, ma esistono sensibili differenze a seconda della provenienza: la percentuale è del 65% fra i cittadini provenienti dai Paesi limitrofi o dalla Gran Bretagna, mentre è inferiore al 60% per chi arriva da Spagna, Portogallo, Nordamerica e India. Solo il 20% dei migranti dell’Africa occidentale e del Sudamerica invoca ragioni professionali; sono le motivazioni famigliari che primeggiano (circa 65%).

Per il 70% degli intervistati, il trasferimento in Svizzera coincide con un miglioramento della propria situazione professionale. Anche in questo caso si osservano differenza in base all’origine. Per oltre il 75% degli immigrati dal Sud dell’Europa (Italia, Spagna, Portogallo) il cambiamento è stato vantaggioso, per chi proviene dal continente americano e dalla Gran Bretagna il miglioramento è un po’ meno marcato (60%). Solo gli uomini indiani hanno dichiarato che l’evoluzione della loro situazione professionale è stata positiva. Fra le connazionali donne il tasso scende al 45%. In genere la percentuale di immigrate che ha segnalato un peggioramento (15%) è superiore a quella degli uomini (10%).

Sempre lo stesso studio comunica che un terzo degli immigrati in Svizzera si è però sentito svantaggiato o discriminato almeno una volta negli ultimi due anni per il solo fatto di provenire da un altro Paese o per motivi razzisti. Un immigrato su tre (35%) è già stato confrontato a discriminazioni o pregiudizi. La percentuale varia a seconda dell’origine e si situa fra il 24% per gli austriaci e il 52% per gli africani. Solo francesi e sudamericani si sentono più legati alla Svizzera che al loro Paese d’origine: in generale l’attaccamento dei migranti alla loro nazione (52%) e più forte rispetto a quello che provano verso la Confederazione (40%). I più legati alla loro patria sono indiani (66%) e portoghesi (61%), mentre le percentuali più basse si riscontrano fra tedeschi (40%), francesi e britannici (entrambi 46%). Il 40% degli intervistati ha intenzione di presentare una richiesta di naturalizzazione, il 27% invece esclude questa eventualità mentre il 34% è ancora indeciso. Chi non è interessato ad ottenere il passaporto rossocrociato è perché non ha intenzione di rimanere in Svizzera (27%), non vuole rinunciare alla propria nazionalità (23%) o non ritiene che vi siano vantaggi ad averlo (17%). I due terzi si è trasferito in Svizzera per ragioni professionali, ma esistono sensibili differenze a seconda della provenienza: la percentuale è del 65% per i cittadini provenienti dai Paesi limitrofi o dalla Gran Bretagna, mentre è inferiore al 60% per chi arriva da Spagna, Portogallo, Nordamerica e India. Solo il 20% dei migranti dell’Africa occidentale e del Sudamerica invoca ragioni professionali; sono le motivazioni famigliari che primeggiano (circa 65%).

Circa i due terzi (62 %) possiede un diploma di grado terziario e il 24% di grado secondario. La percentuale di universitari più elevata si riscontra fra gli indiani, ben il 97%, seguita da americani e britannici (oltre il 90%). Vengono poi francesi, tedeschi e austriaci (oltre 65%), italiani e sudamericani (oltre 50%) . Le quote più basse si registrano fra portoghesi (42%) e africani (22%). Per il 70% dei migranti l’arrivo in Svizzera coincide con un miglioramento della propria situazione professionale. Anche in questo caso si osservano differenza in base all’origine: per oltre il 75% degli immigrati dal Sud dell’Europa (Italia, Spagna, Portogallo) il cambiamento è stato vantaggioso, per chi proviene dal continente americano e dalla Gran Bretagna il miglioramento è meno marcato (60%).

Il Polo nazionale di ricerca sui flussi migratori "On the Move" è coordinato dall’Università di Neuchâtel. I ricercatori ora svilupperanno diversi aspetti della ricerca in vista di pubblicare un libro alla fine del 2018.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔