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'Se passa il no, tagli lineari o aumento d'imposte'

(Samuel Golay)
18 gennaio 2017
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Se il 12 febbraio vincerà il no «dovremo agire». E per il direttore del Dfe Christian Vitta e il Consiglio di Stato le alternative sarebbero due: «O dei tagli lineari o un aumento delle imposte». A fronte di questo scenario il governo cantonale invita quindi a sostenere le tre misure del pacchetto di risparmio referendate da sinistra e sindacati: il taglio di un Giudice dei provvedimenti coercitivi (Gpc), la partecipazione degli spitex ai costi per le cure e l'aiuto a domicilio e l'abbassamento delle cosiddete soglie Laps, sotto le quali si può accedere agli aiuti sociali. Perché se il popolo sconfesserà l'Esecutivo alle urne mancheranno una ventina di milioni «che andranno cercati altrove».

Per quanto concerne la riduzione del numero di Gpc, stamane in conferenza stampa il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi ha assicurato: si tratta «di un sacrificio sostenibile e fattibile», poiché non mette a rischio il funzionamento della Giustizia ticinese.

Passasse il sì, gli spitex e gli altri enti che forniscono cure e aiuto a domicilio dovranno dal canto loro risparmiare 2,5 milioni entro il 2019. Una soluzione, ha ricordato il capo del Dipartimento sanità e socialità (Dss) Paolo Beltraminelli, «frutto di una lunga discussione che ha partorito un compromesso accettato da tutti», spitex e affini compresi. Detto altrimenti: «Lo spazio di manovrà c'è».

Infine la riduzione delle soglie Laps che permetterebbe di risparmiare sei milioni. «Tra di questi – ha detto Beltraminelli – saranno però riallocati per aiutare le famiglie». Poiché questa misura rientra in un disegno più ampio e volto a rendere più mirata l'erogazione degli aiuti sociali.

Domani alle pagine 2 e 3 del cartaceo troverete un ampio approfondimento sulle tre misure sottoposte al voto popolare il 12 febbraio.

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