Commento

Scandalo dei permessi alla lente dei tre poteri

15 febbraio 2017
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Scandalo all’Ufficio della migrazione: mentre il Ministero pubblico e la Polizia cantonale lavorano a pieno ritmo (tanto che ieri altri due funzionari e un istigatore esterno sono finiti sotto inchiesta), in meno di sette giorni siamo già alla seconda conferenza stampa del governo e alle prime riflessioni in parlamento. Lo scandalo interessa insomma tutti e tre i poteri dello Stato!

Ma restiamo all’Esecutivo. La scorsa settimana al fronte mediatico c’era solo il capo del Dipartimento delle istituzioni, che si era lanciato in una serie di distinguo con autodistribuzione di medaglie, fra quello che lui, Gobbi, aveva fatto (assumendo solo funzionari svizzeri) e quello che invece aveva fatto chi (Luigi Pedrazzini) lo aveva preceduto alla testa del medesimo dipartimento. Affermazioni che, alla fin fine, avevano acceso un dibattito finito anche sulle pagine del ‘Tages-Anzeiger’, con successiva presa di posizione dell’ambasciatore italiano a Berna.

Ieri, conferenza stampa-bis, ma con al centro il presidente del governo cantonale Beltraminelli e a lato Gobbi. Come non avere l’impressione che il ministro leghista dovesse evitare altri inciampi? Un’impressione diventata quasi certezza, una volta viste le misure concrete annunciate dal governo per bocca di Beltraminelli: uno, eseguire subito un audit all’interno dell’Ufficio della migrazione (del Dipartimento di Gobbi) per verificare le prassi attuali e future, affidato a due esterni (Guido Corti e Pierluigi Pasi) col supporto del Controllo delle finanze; due, costituzione di un gruppo di lavoro interno all’amministrazione cantonale coordinato dal Cancelliere per individuare a 360 gradi i settori sensibili dell’amministrazione e valutare l’efficacia delle misure di controllo interne già esistenti. Con l’aggiunta che i provvedimenti sono stati proposti dal dipartimento di Gobbi. Una precisazione fatta per quale motivo? Saranno state anche sue proposte, ma la scorsa settimana Gobbi, durante la sua conferenza stampa, aveva fatto perlomeno credere che la (sua) riforma in atto alle Istituzioni, presentata qualche settimana addietro, era già volta a intensificare certi controlli. Ora è invece tutto il governo che vuole vederci più chiaro!

Quanto ai rapporti coi nostri vicini, il ‘regista’ Beltraminelli ha detto che l’Esecutivo ritiene si sia trattato di un errore di comunicazione quello di citare la nazionalità del collaboratore arrestato, perché l’onestà deve essere prerogativa di tutti e non deve avere nazionalità. Brutta pagina, dunque, voltata con funambolico equilibrio? Già, ma leggeremo domenica ‘il Mattino’...

Infine ancora una chicca: beh, l’argomento della nazionalità dei due nuovi funzionari, finiti ora sotto inchiesta penale per violazione del segreto d’ufficio, ieri non è più stato un tema centrale. La questione è riemersa solo alla fine, al momento delle domande dei giornalisti. Come del resto la questione se Gobbi, a cui è sfuggito il pedale del gas, fosse stato o meno messo sotto tutela dal collegio governativo. Al diretto interessato nessuno lo ha chiesto, ma il ministro leghista, rispondendo a una domanda, ha precisato: ‘Se la sua speranza è che Gobbi venisse messo sotto tutela devo purtroppo disattenderla’. Come dicevano i latini? ‘Excusatio non petita, accusatio manifesta’. Vorrà dire che qualche domandina il 4x4 della politica nostrana se la sta ponendo. Anche se non è detto che si limiti a fare semplicemente buon viso a cattiva sorte, visto che è ormai convinzione comune che questa brutta vicenda è destinata a riservare ulteriori sviluppi e filoni, in Procura come in seno al parlamento chiamato a esercitare, tramite la Commissione della gestione, l’alta vigilanza. Affaire à suivre!

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