Commento

Real pargoli e protocolli, noi stiamo con Giorgino!

20 luglio 2017
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Ci sono tanti modi di dare una notizia. Spesso anche a dipendenza del punto di vista in cui si pone colui che la riferisce. Eccovi un esempio molto eloquente di questa settimana: le smorfie poco regali e i capricci del principino George, terzo in linea di successione al trono britannico. Un principino fin qui piuttosto recalcitrante al protocollo e, in occasione del viaggio a Varsavia dei genitori, rimproverato sotto i riflettori da papà William per il suo comportamento.

Ovviamente, il siparietto durante la cerimonia ufficiale di accoglienza non è passato inosservato sulla stampa del Regno. Un’immagine in particolare ha fatto il giro del Paese di bisnonna Elisabetta e anche al di qua della Manica. Quella nella quale il piccolo Windsor, 4 anni, camicia a scacchi, pantaloncini corti e scarpe di vernice nera, viene sorpreso a fare le boccacce, mentre il padre piegato verso di lui lo richiama ai codici del cerimoniale. I tabloid non esitano a ribattezzare l’infante ‘Sua Timidezza Reale’ e rigirano il coltello nella piaga, mettendo in evidenza l’atteggiamento ‘disinvolto’ della piccola Charlotte: tranquilla e con un accenno di sorriso, nel suo vestitino rosso e bianco, in braccio a mamma Kate.

Ebbene: la stessa notizia la potremmo però anche raccontare da una prospettiva del tutto diversa. Quella del piccolo George costretto suo malgrado a indossare una camicia con le maniche lunghe sotto il sole cocente di metà luglio, mentre chi non ha nelle vene sangue blu come il suo, se ne sta beatamente a mollo in qualche piscina o gioca spensieratamente alla sabbia con gli amici in riva al mare.

Vista e raccontata la scena da quest’altra prospettiva ecco che sono i duchi di Cambridge a rimediare una pessima figura. Sì, proprio loro e non il povero Giorgino, che a quattro anni si deve sorbire, per giorni e giorni, un protocollo senza senso per chiunque abbia la sua età e forse anche qualche anno in più.

Ammettiamo che vista da fuori – nel nostro caso da questa nostra piccola e fortunata Repubblica che non ha nulla da spartire con casa Windsor – la scena appena descritta risulta semplicemente incomprensibile. Ci verrebbe voglia di ‘liberare’ il povero principino, suggerendo a chi lo ha messo al mondo che certi tour de force, sempre che abbiano ancora senso, sono fatti per gli adulti. Ci verrebbe anche voglia di rinfrescare la memoria del probabile prossimo re d’Inghilterra: ‘Ma come, sua Altezza? Non si ricorda della tristezza che ha certamente afflitto anche la sua persona nel venir sottoposto a simili rituali da ragazzino?’. E la duchessa, non si ricorda forse anche lei della sua infanzia, speriamo spensierata, lontana da regole e disciplina assurde, visto che nelle sue vene scorre sangue del medesimo colore di noi comuni mortali?

Insomma, quello che alla fin fine conta – ossia il rispetto nei confronti dei bimbi – è telegraficamente descritto sulla copertina di un libro dedicato all’infanzia che – se non vado errato – è intitolato così: ‘I bambini devono essere felici. Non farci felici.’

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