laR 25 anni

Quel sapore caldo di toast

Cambiò le abitudini
(© Ti-Press / Samuel Golay)
12 settembre 2017
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Tutto era iniziato con quel panino strano, peraltro caldo, che mangiavi volentieri al bar. Il toast. Inizialmente ‘original’ con una fettina di prosciutto cotto e una di formaggio. Assolutamente vietato chiedere al barista la provenienza dei prodotti di qui sopra: a quei tempi non si usava. Ci si fidava, anche perché, diceva la mia nonna, quello che non ammazza ingrassa. Poi magari quanti sono morti per colpa di coloranti, conservanti e altre diavolerie, non lo sapremo mai, ma questo è un altro discorso. Di grassi invece ancor oggi ne girano parecchi, almeno così si dice e dunque anche quei toast alla fine hanno superato l’esame.

Divagazione a parte, tutto era nato con quei simpatici e veloci spuntini, si diceva, per poi scoprire che si potevano preparare e cucinare (beh, cucinare… ) anche a casa grazie, ovviamente, al tostapane. Macchinetta elettrica di facile uso, piccola e sistemabile in ogni spazio della cucina, estremamente robusta (come solo i primi elettrodomestici lo erano), adatta a sfornare un’infinità di panini che nel frattempo si erano evoluti grazie alla fantasia popolare.

C’è chi col formaggio ci metteva la rucola, chi i salumi, altri ancora osavano sino alla cioccolata (e a quel punto diventava un dolce). Sempre e solo grazie a quella macchinetta che sapeva manovrare anche il nonno, bastava solo schiacciare un pulsante. On, off. Tutto qui. Una vera diavoleria tecnologica che d’un botto cambiava le abitudini delle merende e dei pasti serali. Due toast fatti in casa e vai, tappi il buco dello stomaco. Poi è arrivato il forno a microonde ed è stato tutto un altro mangiare.

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