Commento

Pronti all’esame di riparazione

9 novembre 2017
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Lungo la strada per la Russia, la Nazionale svizzera è stata costretta a una brusca deviazione che l’ha condotta fino in Irlanda del Nord. Ed è qui, nelle sei province dell’Ulster parte del Regno Unito, che la Svizzera dovrà timbrare il biglietto per Mosca. Centottanta minuti che ancora separano il calcio rossocrociato dalla quarta partecipazione consecutiva a una fase finale della Coppa del Mondo. E se la costruzione architettata da Vladimir Petkovic giungerà a tetto soltanto al termine della sfida di ritorno in programma domenica al St. Jakob di Basilea, le sue fondamenta andranno gettate proprio stasera. E lo dovrà fare nel caldo (metaforico) del Windsor Park di Belfast, dove negli ultimi quattro anni soltanto Germania e Croazia (quest’ultima in amichevole) sono riuscite a vincere (e a segnare).

Si tratterà dunque di un esame di maturità, quello al quale si sottoporrà la Nazionale rossocrociata. O, per certi versi, di un esame di riparazione, dopo essere stata rimandata – e con una nota piuttosto bassina – appena un mese fa in Portogallo. Il gruppo di Petkovic, insomma, deve dimostrare di aver superato un ulteriore gradino nel suo processo di crescita. E di essere finalmente in grado di vincere una sfida da dentro o fuori. Perché, al di là delle nove vittorie nelle dieci sfide del girone di qualificazione, i tifosi si ricordano in primo luogo le sconfitte contro l’Argentina (Mondiali 14), la Polonia (Europei 16) e il Portogallo, tutte partite decisive. E se contro sudamericani e polacchi la Svizzera aveva dimostrato di potersela giocare alla pari e di avere pure da recriminare nei confronti della Dea bendata, contro i lusitani la prestazione era stata scialba e timorosa, in particolare nel secondo tempo. Non sarà quella la Svizzera che dovrà entrare in campo stasera, contro un’Irlanda che fa della sua identità calcistica britannica un vanto e un punto di forza. Quella di Windsor Park sarà dunque la tipica partita nella quale tattica e tecnica non saranno sufficienti se non supportate da una buona dose di attributi. Gli irlandesi credono nella possibilità di sgambettare una Nazionale che sulla carta è loro superiore. Sarà importante non dare loro la possibilità di crederci, di crescere in intensità, di farsi trascinare dai 18’000 presenti allo stadio.

Bucare il Mondiale russo rappresenterebbe per il calcio elvetico uno smacco dalle incalcolabili ricadute negative sul piano dell’immagine e dello sviluppo di tutto il movimento. E sarebbe uno smacco altrettanto importante per quella che viene considerata una “generazione d’oro”, ancora alla ricerca però di una concreta legittimazione.

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