Tre sì e un no che in buona sostanza confermano la linea governativa e parlamentare volute per contenere il disavanzo finanziario del bilancio di gestione del Cantone. Una manovra di risparmio – che si completerà a fine legislatura, nel 2019 – che ha convinto la maggioranza dei cittadini come dimostra il chiaro voto uscito oggi dalle urne. Unica opposizione, per una spesa che si situa sui 2 milioni in tre anni, ai tagli per le prestazioni a domicilio dedicate agli anziani in difficoltà. In questo caso il popolo ha detto no. Ma è una debole consolazione per il fronte referendario, campeggiato dal Partito socialista, che vede nella “manovra” in questione un vero e proprio ridimensionamento dello Stato sociale. Non la pensa così la maggioranza del popolo ticinese che si è invece divisa in due, come una mela, sulla necessità o meno di tutelare costituzionalmente gli animali. La proposta è stata bocciata – confermando la volontà del Gran Consiglio – per soli 35 voti. Il risultato in sintesi? Un governo più forte (maggioranza parlamentare compresa) e opposizioni un po' all'angolo. Il Ticino, fra l'altro, è uno dei pochi Cantoni ad aver detto sì anche alla Riforma III delle imprese (bocciata dalla maggioranza degli svizzeri). C'è materia di riflessione in casa della sinistra ticinese.