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Porta a Dubai la pista dell'oro

(Gabriele Putzu)
16 giugno 2017
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Si sposta su Dubai l'attenzione degli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Como che, coordinati dal pm Mariano Fadda, negli ultimi due anni, hanno condotto l'indagine 'Scirocco', a carico di ventinove persone,fra cui quattro ticinesi e cinque italiani da anni residenti in Canton Ticino.

Nella capitale degli Emirati Arabi sarebbero confluiti 2,6 milioni di euro e oltre mezzo milione di franchi. Movimenti che - stando al pm Fadda - sarebbero stati favoriti da un bancario ticinese, residente a Balerna, dipendente di un istituto di credito di Lugano. Identico ruolo per una impiegata ticinese, residente in riva al Ceresio occupata in una fiduciaria luganese. Un filone quello di Dubai che sembra destinato a prospettare un ampio scenario.

Gli altri due ticinesi, residenti nel luganese, sono considerati corrieri di valuta, fra cui un comasco domiciliato a Bellinzona. In Ticino risiedono altri quattro indagati italiani, fra cui il 58enne Massiliamo Brocai, comasco di Lanzo Intelvi, arrestato a Milano nei febbraio scorso, assieme a Francesco Maiorana, 62enne siciliano, residente a Colverde.  Maiorano per motivi di salute è stato posto ai domiciliari, mentre Brocai, legato ad una fiduciaria di Lugano, dove risiede da anni, continua ad essere in carcere. A Pedrinate risiede un 57enne comasco, referente di due finanziarie ticinesi. Oltre Gottardo abitano padre e figlio legati ad un'altra finanziaria svizzera. Nei guai anche un 48enne di Lurate Caccivio, nella cui officina avrebbe predisposto le dodici autovetture sequestrate dalla guardia di finanza, in quanto corpo del reato. I referenti delle fiduciarie delle tre Lugano e una di Chiasso, il bancario e l'impegata, presunti capi dell'organizzazione (Brocai e Mariorana), il titolare della carrozzeria di Lurate Caccivio sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di valuta e oro.

Gli altri rispondono, a vario titolo, del reato di autoriciclaggio e contrabbando di centinaia di pietre preziosi, per lo più diamanti, e trecento gioielli, sequestro nel maggio dello scorso anno, a Valenza Po, dopo che erano arrivati dal Ticino. Il tutto per un valore commerciale di 8 milioni di euro. Fra gli indagati anche il procuratore di calciatori che militano in società italiane di serie A.

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