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'Poca roba' i bar aperti fino alle due. Il primo test non convince

(Gabriele Putzu)
19 giugno 2017
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«Poca roba». Bel tempo, fine delle scuole, musica e attività nelle piazze, turisti e, in generale, voglia di stare all'aperto. C'erano tutti gli ingredienti per trasformare il primo weekend di 'bar aperti fino alle 2' in un weekend di successo. E invece... «Invece non è stato un granché», dice alla 'Regione' il presidente di GastroTicino Massimo Suter. Tanto che alla fine, più che la modifica di legge che da metà giugno permette ai gerenti di chiudere un'ora dopo, a tener banco in questi giorni tra gli addetti al settore è stata soprattutto la polemica: la maggior parte degli esercizi, annota Suter, non ha «approfittato delle manifestazioni del fine settimana per testare la chiusura alle due». A tirar tardi, quindi, «sono stati per lo più quelli che già avevano 'problemi' con gli orari di chiusura. Mentre – rileva il presidente di Gastro Ticino – quelli che  lavorano con i turisti o con altra clientela hanno dormito un attimo. Magari per osservare come evolve la situazione. A mio avviso però certi treni andrebbero presi al volo».

Peccato. Peccato soprattutto perché venerdì e sabato scorsi, continua Suter, «rappresentavano un momento ideale per testare questa possibilità che non implica troppi stravolgimenti e obblighi per gli esercenti: la popolazione avvertiva interesse e attendeva di approfittare dell'oretta in più». E pure la politica cantonale, che ha modificato a tempo record la legge sulla scia di un'iniziativa popolare delle sezioni giovanili dei partiti, avvertiva tale interesse. «Dopo tutto quello si è fatto per cercare di liberalizzare un pochettino il settore», Suter non nasconde dunque un certo rammmarico: «Uno dei miei compiti  è quello di migliorare le condizioni quadro. Se però il settore non segue, si dovrà leccare le ferite».


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