Svizzera

Pensioni, linea dura della commissione del Nazionale

(Gabriele Putzu)
13 gennaio 2017
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Nella riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020 il calo delle rendite provocato dall’abbassamento del tasso di conversione va compensato nel Secondo Pilastro. Lo ha ribadito la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N), che rilancia anche la proposta di aumentare automaticamente fino a 67 anni l’età pensionabile in caso di ristrettezze finanziare dell’AVS.

La CSSS-N – presieduta dal consigliere nazionale ticinese Ignazio Cassis (PLR) – al termine dell’esame del corposo dossier si è infatti espressa, con 12 voti contro 12 e con il voto decisivo del presidente, in favore del meccanismo d’intervento in due fasi nell’AVS, misura bocciata tacitamente dal Consiglio degli Stati nel corso della scorsa sessione invernale.

In una nota odierna, la CSSS-N informa anche di aver elaborato una nuova proposta nel tentativo di trovare un compromesso con gli Stati soprattutto riguardo alla principale divergenza, quella concernente il meccanismo di compensazione del previsto abbassamento (dal 6,8% al 6%) del tasso di conversione, che serve per calcolare le rendite pensionistiche.

La commissione propone una versione rielaborata di quella portata avanti dalla propria camera, che compensa queste perdite nell’ambito del Secondo Pilastro. In particolare si prevede una modifica nelle modalità di contribuzione dei giovani salariati e dei loro datori di lavoro.

Attualmente i giovani tra 25 e 34 anni versano un accredito vecchiaia pari al 7% della paga assicurata (chiamato anche "salario coordinato" che va da 24’675 a 84’600 franchi al massimo). I prelievi salariali dei 35-44enni sono pari al 10%. La CSSS-N propone di abbassare queste aliquote rispettivamente al 5% e al 7%.

Contemporaneamente andrebbe abolita la cosiddetta "deduzione di coordinamento" ossia la parte più bassa della busta paga (tra 0 e a 24’675 franchi) che attualmente non è assicurata nel quadro del Secondo Pilastro. (ats)

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