Scienze

Non siamo così diversi dai Neanderthal

6 ottobre 2017
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Dal colore della pelle e dei capelli, alla tendenza ad accumulare la pancetta, persino la suscettibilità a malattie come la schizofrenia: l’eredità che ci hanno lasciato i Neanderthal è molto più ampia del previsto e ci influenza persino nell’aspetto fisico.

Lo indicano tre studi pubblicati da gruppi indipendenti su ‘Science’ e sull’‘American Journal of Human Genetics’. Fra gli autori c’è anche il pioniere degli studi del Dna antico, il biologo svedese Svante Paabo, che lavora all’Istituto Max Planck per l’Antropologia Evoluzionistica a Lipsia, e che aveva scoperto la parentela tra gli uomini di Neanderthal e i discendenti dell’uomo Sapiens.

Analizzando il Dna di una donna Neanderthaliana, vissuta circa 52’000 anni fa nell’attuale Croazia, Paabo mostra su ‘Science’ che i primi “incontri’’ tra Sapiens e Neanderthal sarebbero avvenuti nel periodo compreso tra 130mila e 145mila anni fa, e che le popolazioni moderne non africane hanno una percentuale di Dna dei Neanderthal compresa tra 1,8 e 2,6%, superiore alle stime precedenti di 1,5-2,1 per cento.

Anche la ricerca guidata da Janet Kelso arriva alla conclusione che l’eredità dei Neanderthal è notevole e molti tratti sono associati al loro Dna: dal colore della pelle a quello degli occhi, fino ai ritmi del nostro sonno e al nostro umore. (Ansa)

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