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29 dicembre 2016
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Addio a Debbie Reynolds, attrice e mamma di Carrie Fisher

Troppo dolore, troppo stress e Debbie Reynolds, la star di 'Singing in the rain' e madre della principessa Leila, Carrie Fisher, non ha retto la perdita della figlia e si è spenta ieri all'età di 84 anni. La notizia della morte di Debbie Reynolds è stata data dal figlio Todd Fisher. "Ora è con Carrie e noi abbiamo il cuore distrutto’’ ha aggiunto Fisher al Cedars-Sinai Medical Center, dove sua madre era stata trasportata in ambulanza ieri a causa, probabilmente, di un ictus che l'ha colpita durante l'organizzazione del funerale della figlia. 

Debbie Reynolds conquistò la celebrità con ’Cantando sotto la pioggia’, il musical divenuto film in cui appariva insieme a Gene Kelly e Donald O’Connor quando aveva solo 19 anni. Ma la sua fama è più legata a uno scandalo di Hollywood che alla sua performance sul piccolo schermo. Nel 1955 Reynolds sposò Eddie Fisher, e i loro migliori amici erano il produttore Mike Todd e sua moglie, Elizabeth Taylor. Nel 1958 Mike rimase vittima di un incidente aereo, ed Eddie Fisher e sua moglie Debbie scesero in campo in soccorso per consolare Elizabeth Taylor. Un’operazione di aiuto che rese Fisher e Taylor amanti, e che causò il divorzio con Reynolds. Un addio seguito poco dopo dalle nozze fra Elizabeth Taylor ed Eddie Fisher.

Roma, crolla una palazzina, muoiono madre e figlia 

È stata probabilmente una fuga di gas a far crollare una palazzina di due piani abitata da una famiglia ad Acilia, borgata alla periferia sud di Roma. Sotto le macerie sono morte madre e figlia di nove anni, Debora e Aurora, estratte in serata dopo nove ore di lavoro ininterrotto dei vigili del fuoco.  "È impossibile, Dio no!", l’urlo di disperazione dei parenti, assistiti da psicologi e personale della Croce Rossa. Il marito della donna e il figlio maggiore non erano in casa al momento dello scoppio, e al loro ritorno per lo choc sono stati assistiti dalla Croce Rossa.

Giappone, dipendente si suicida per eccesso di lavoro, il capo si dimette

Il presidente della maggiore agenzia pubblicitaria in Giappone, la Dentsu, rassegnerà le dimissioni in gennaio a seguito della morte di una ex dipendente, imputabile a un eccessivo carico di lavoro. Lo ha annunciato lo stesso dirigente, Tadashi Ishii, nel corso di una conferenza stampa, mentre prosegue l’inchiesta del ministero della Salute e del Welfare nipponico sulle operazioni della società, già coinvolta in passato in un caso analogo. "Siamo spiacenti di non essere stati in grado di prevenire un’abitudine a orari eccessivamente lunghi per i nostri dipendenti. Mi assumo tutta la responsabilità e offro le mie più sentite scuse", ha detto il presidente Ishii, che la scorsa domenica aveva chiesto di incontrare i familiari della vittima.

Il caso in esame riguarda la 24enne Matsuri Takahashi, assunta nell’aprile del 2015, e costretta a turni straordinari di lavoro in media di 100 ore mensili, conducendo la ragazza a togliersi la vita nel dicembre dello stesso anno. Una lunga campagna mediatica della madre ha portato alla luce una pratica diffusa tra i capi ufficio per mascherare gli orari eccessivamente lunghi dei dipendenti, e contrari allo statuto dei lavoratori. La Dentsu – inoltre – era stata coinvolta in un caso simile nel 1991, quando un altro dipendente si tolse la vita per un motivo imputabile agli orari di lavoro massacranti. Una prassi che nel Paese è riconosciuta con l’espressione ’karoshi’, letteralmente ’morte da eccesso di lavoro’. Secondo le statistiche del governo sono circa 2.000 le persone a togliersi la vita ogni anno in Giappone, per ragioni classificabili come ’karoshi’.

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