Commento

Locarno sì, Arbedo no!

21 novembre 2017
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Tutto e il suo esatto contrario.

A Locarno il Comune licenzia alcuni dipendenti inadempienti, fatto di per sé eccezionale, che sfata il mito del posto sicuro nell’amministrazione pubblica (cfr. servizio in pagina di Locarno). Lo sfata e, così facendo, la scelta che non fa più compromessi fa onore all’ente pubblico, perché sono noti i luoghi comuni che si portano dietro negli ultimi anni i dipendenti pubblici – comunque sia privilegiati dal loro posto fisso e sicuro – mentre fuori nella tempesta l’economia privata non fa sconti a nessuno: se c’è lavoro assume, se manca ristruttura e lascia a casa anche senza che vi siano particolari inadempienze. Vedi, sempre di ieri, la brutta notizia dei tagli a Six Group, la società che fornisce servizi finanziari e che, fra l’altro, gestisce la Borsa svizzera. In Svizzera circa un centinaio di posti di lavoro è destinato ad andare in fumo, settantacinque in Ticino. Una riduzione dell’organico che interesserà il comparto servizi di pagamento: saranno chiuse le sedi di Bedano e Oerlikon dove chi svolgeva il proprio lavoro con diligenza finirà licenziato senza colpa alcuna (vedi servizio in pagina di Lugano). Quindi, se qualcuno al calduccio nell’organico comunale intasca lo stipendio, ma non svolge il lavoro dovuto, giusto arrivare a estremi rimedi. Che, supponiamo, non sono stati presi a cuor leggero e nemmeno a ciel sereno (si parla di reiterate assenze, conclamata inefficienza, insubordinazione).

La drastica decisione del Comune di Locarno in un certo senso rende anche giustizia a chi, al servizio dello Stato, lavora e lavora bene, cioè con professionalità e tanta voglia di farne. E fa anche dire al cittadino contribuente che i soldi che versa pagando le imposte non vengono sprecati, ma usati per servizi utili per la comunità, finendo nella busta paga di funzionari efficienti e coscienti del mandato che assolvono su delega dei cittadini contribuenti.

Che da Locarno arrivi questa notizia, mentre un altro Comune – Arbedo-Castione – trova un accomodamento, perlomeno indecente, con un docente condannato (pena fra parentesi aggravata in sede di Appello) da una Corte delle Assise criminali e finito in prigione, permettendogli di maturare tranquillamente la pensione (dovutagli dall’ente pubblico!), ci fa scrollare la testa e ci spinge ad interrogarci (vedi servizio in pagina di Bellinzona). A parte il precedente, che farà pretendere a chiunque si troverà in una situazione simile (ma a questo punto anche meno grave) di venir aiutato dallo Stato a trarsi d’impiccio, lo scioccante effetto sul cittadino contribuente è più che evidente.

Dal punto di vista civico poi, se pensiamo anche alle vittime... Non scordiamoci che l’autore è stato condannato per ripetuti atti sessuali con cinque allievi, ripetuta coazione, violazione del dovere d’assistenza o educazione e vie di fatto reiterate su due bambini. Per cercare di mettere a posto certe situazioni potenzialmente penose, gravi e gravose dal punto di vista economico, se del caso, esiste la rete dello Stato sociale. Non altre scorciatoie preferenziali.

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