Svizzera

La sospetta spia svizzera rimane in carcere a Francoforte

27 giugno 2017
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La sospetta spia svizzera arrestata a fine aprile a Francoforte resta in prigione. La Corte federale di giustizia (Bundesgerichtshof) di Karlsruhe (D) ha infatti esaminato e bocciato la possibilità di un suo rilascio. Mercoledì scorso la corte suprema tedesca si era data una settimana di tempo per decidere in merito. I legali dello svizzero – il 54enne Daniel M., ex dipendente della polizia comunale di Zurigo e del servizio di sicurezza dell’Ubs – avevano chiesto all’inizio del mese la revoca dell’ordine di arresto, sottolineando che le informazioni raccolte dal loro cliente non sono mai state a scapito dello Stato tedesco. “Ha eseguito occasionalmente piccoli mandati” per il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), “ma erano di importanza piuttosto secondaria”, avevano affermato in una dichiarazione scritta consegnata al Bundesgerichtshof. Non ha mai ricevuto mandato, né direttamente, né indirettamente, per reclutare una fonte di informazioni all’interno dell’amministrazione fiscale del Nordreno-Vestfalia, precisavano gli avvocati. Per queste attività l’agente avrebbe ricevuto dal SIC “occasionalmente somme di denaro a quattro cifre”. Le autorità tedesche vedono le cose diversamente e accusano lo svizzero di aver lavorato per oltre cinque anni per un servizio segreto estero, nella fattispecie l’intelligence elvetica. Sempre secondo le autorità inquirenti tedesche, le informazioni fornite da Daniel M. sarebbero anche servite al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per spiccare nel 2012 un mandato d’arresto contro tre funzionari del fisco tedeschi che avrebbero partecipato alla transazione per ottenere un CD con dati del Credit Suisse. Cosa che la Procura federale ha recisamente negato. Anche l’Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico (AV-MPC) è giunta a metà maggio alla conclusione che la Procura federale ha agito in modo autonomo, senza informazioni provenienti dal SIC.

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