Estero

La scomparsa delle foreste

16 gennaio 2017
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New York – In appena 13 anni, a partire dal 2000 è sparito il 7% delle foreste vergini del mondo: un'area di 919mila chilometri quadrati, grande quanto il Venezuela. Lo rivela una ricerca dell'Università del Maryland, negli Usa, pubblicata dalla rivista Sciences Advances. Lo studio considera foreste veergini quelle di almeno 500 km quadrati che non presentano segni di attività umana.
Nel 2000 coprivano 12.800.000 metri quadrati, nel 2013 ne coprivano 11.881.000. Quasi due terzi della perdita (60%) si sono registrati ai tropici, soprattutto in Sudamerica, poi in Asia sudorientale e Africa equatoriale.
La prima causa di questa deforestazione è l'industria del legname, seguita da espansione agricola, incendi di origine umana, produzione di energia e attività mineraria.
Il paese che ha perso più foresta vergine in assoluto è la Russia (179.000 km quadrati), seguita da Brasile (157.000) e Canada (142.000). In termini percentuali, il paese che ha perso più foresta vergine è la Romania (100%), seguita da Paraguay (79%), Cambogia (38%), Laos, Guinea Equatoriale e Nicaragua (35%). Paraguay, Cambogia, Laos e Guinea E. di questo passo perderanno tutta la loro foresta vergine nei prossimi venti anni.
La deforestazione si è accelerata negli ultimi anni: la foresta vergine scomparsa fra il 2011 e il 2013 è stata il triplo di quella scomparsa fra il 2001 e il 2003. Ci sono però anche paesi virtuosi. Uganda, Repubblica Dominicana, Thailandia e Cuba hanno messo sotto protezione il 90% delle loro foreste vergini.

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