Impact Journalism

La bellezza che supera le differenze

«Una carrozzina si indossa come un paio di scarpe o una protesi. Non può non essere bella». E così Danilo Ragona ne ha inventata una.
(Franco Turcati)
7 gennaio 2015
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di Nadia Ferrigo / La Stampa, Italia

Per cambiare il mondo non per forza bisogna inventare qualche cosa di mai esistito: può bastare saper guardare con occhi nuovi quel che già c’è. Dimenticate tutto il dolore, la frustrazione e la sofferenza che evoca l’immagine di una sedia a rotelle e provate a guardarla come si fa con una lampada o una bicicletta. Tubi d’acciaio, colori spenti e scuri, pesante, ingombrante e goffa. Irrimediabilmente brutta. Danilo Ragona, imprenditore torinese da quindici anni paralizzato dalla vita in giù, è riuscito a sposare due mondi in apparenza lontani e inconciliabili: disabilità e design. Dopo un brutto incidente in auto, a 21 anni ha dovuto imparare di nuovo a vivere, come un bambino. Da subito ha deciso di trasformare il dolore in forza, la sofferenza in passione, ideando e creando da sé quel che non avrebbe mai potuto acquistare: una carrozzina innovativa, leggera e funzionale, che potesse accompagnarlo in vacanza come nella vita di tutti i giorni, e anche bella. Anzi bellissima, tanto da essere esposta all’Expo di Shangai e premiata con il Compasso d’Oro, il più antico e prestigioso premio mondiale di design.

Il primo prototipo, battezzato “B-Free Multifunction”, venne costruito come tesi di laurea per l’Istituto europeo del Design di Torino, scelto da Ragona perché il più indicato ad aiutarlo a realizzare il suo sogno. Una sedia a rotelle con pedane in carbonio e telaio in alluminio, che si piega con facilità e occupa così poco spazio da poter essere trasportata in aereo come bagaglio a mano, evitando il trasporto in stiva. Che si può adattare con un veloce cambio a diversi tipi di terreno, a ruote posteriori scampanate (indispensabili per lo sport), tassellate per lo sterrato o specifiche per la spiaggia. Dopo il successo del primo prototipo è nato il brand “Able to enjoy”: forme pure e lineari, grande attenzione alla praticità, per regalare la massima autonomia. «Se non possiamo superare le barriere fisiche, dobbiamo provare ad abbattere quelle sociali – commenta Ragona –. Una carrozzina si indossa, come un paio di scarpe o una protesi. Non può non essere bella e funzionale: da esibire, non più da subire».

Così lo schienale posturale diventa colorato, le ruotine si possono avere anche nella versione da skate e c’è una tenda pensata per chi non vuole rinunciare al campeggio. La visione innovativa e creativa di Ragona è riuscita a contagiare mondi che hanno poco a che fare con la disabilità: il gruppo Italia Independent, il primo a portare una carrozzina in vetrina, circondata da accessori di moda in tinta e la Ferrino, storico marchio italiano di attrezzature e abbigliamento per la montagna.

«C’è molto della tradizione industriale piemontese in quel che ho disegnato fino a oggi – continua Dragona –. Non solo materiali e tessuti, ma anche i processi industriali sono il frutto del mio studio e delle mie esperienze. La mia ricerca però continua, c’è molto da fare e non ho intenzione di fermarmi. Anzi, sto già lavorando al mio prossimo viaggio». 

Per la primavera del prossimo anno è in programma un viaggio lungo l’Italia per raccontare tutte le difficoltà che si possono incontrare spostandosi su due ruote, mentre in questi giorni Ragona sta ultimando un progetto artistico in collaborazione con il fotografo Luca Saini dedicato a sessualità e disabilità, tema delicato e troppo spesso ignorato. «Non ho mai rinunciato a nulla: conservo il sogno di avere un bambino, ho amato,
mi sono sposato, ho sofferto e poi mi sono innamorato di nuovo – conclude –. Perché la mia non sia più una storia eccezionale, c’è ancora molto da fare: senza pregiudizi o paure, dobbiamo imparare a godere delle cose belle, di tutte. E che cosa c’è di più bello dell’amore?».

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